Celano. L’incompatibilità del sindaco di Celano. Filippo Piccone, dalla Marsica arriva fino a Roma ed esplode alla Camera dei deputati. Pochi minuti fa, mentre gli onorevoli erano intenti a votare sull’insidacabilità di Silvio Berlusconi è esplosa la polemica tra l’onorevole Piccone e il suo collega del Movimento 5 Stelle Gianluca Vacca. Questo, infatti, lo avrebbe offeso dandogli del “servo di Berlusconi e del “signorotto di Celano” perchè i tempi per decidere se stare in parlamento o al Comune della sua città a suo avviso sono scaduti ma Piccone non ha preso ancora una decisione. A quel punto Piccone, sentitosi offeso per le parole poco consone di Vacca, gli si sarebbe scagliato contro verbalmente tanto da fargli lasciare l’aula. Pronta la comunicazione del parlamentare 5 Stelle sulla sua pagina Facebook dove ha raccontato nei dettagli i fatti ai suoi fans.
«Siamo alla farsa. Fino a ieri l’urgenza era quella di salvare il Paese. Cosa ci si può aspettare da parlamentari che sono lì per fare i propri interessi, quelli del proprio capo e non quelli dei cittadini? Ci si può aspettare anche che il deputato/sindaco Piccone, signorotto di Celano, deputato inconcludente (non ha presentato nessun atto parlamentare in 4 mesi di legislatura!!) mi aggredisca verbalmente, mi offenda con i gesti e mi minacci anche fisicamente solo perché gli ho ricordato che si dovrebbe dimettere da uno dei due incarichi, essendo abbondantemente scaduti i 3 mesi previsti per rassegnare le dimissioni». Non è mancata la risposta dell’onorevole Piccone. “Il grillino Vacca, personaggio del tutto sconosciuto in Abruzzo più virtuale che virtuoso, non dice la verità”, ha commentato, “questa mattina si è rivolto al sottoscritto apostrofandomi come “servo” per aver votato insieme al mio gruppo la sospensione dei lavori. Questi, purtroppo, sono gli effetti di chi vive uno stato ‘dissociativo’ rispetto alla realtà. In merito alla carica di Sindaco di Celano (Aq), ricordo a Vacca che lì ci sono andato per espresso volere di migliaia di miei concittadini a differenza sua che, ha dovuto passare giorni e notti davanti ad un computer per racimolare 142 preferenze on line per ritrovarsi deputato. Un consenso virtuale quest’ultimo che, a Celano, come altrove, non sarebbe stato sufficiente neanche per essere
eletto consigliere ad una pro-loco”.