Mentre qualcuno si preoccupa di trovare un collocamento politico atto a soddisfare proprie personali aspirazioni, più o meno probabili, a Roma si progetta un immediato futuro che vede l’abolizione dell’ente provincia. Come immaginare di programmare, pianificare, condurre l’attività amministrativa se la vita della provincia viene meno ? Certo, i proclami che fanno populismo sono l’espressione di un pressappochismo scientifico che vuole driblare i veri covi della spesa pubblica da difendere ad ogni costo. Intendo dire che le province sono uno specchietto utile alla cronaca spicciola, ma dall’altro lato non ci sono le allodole, bensì cittadini e territori da servire e soddisfare che vengono utilizzati per far intendere che si risolveranno tutti i mali della politica e dei suoi costi. Ma davvero è così semplice? Credo che il ragionamento ruoti in un tutto organico e profondamente radicale, tenendo conto di tutti i servizi che ora sono di competenza delle province e che dovranno essere delegati a comuni e regioni o, come a volte fa intendere il ministro Quagliariello, coniare enti intermedi, necessari, che potrebbero accorpare prefetture, questure, province, consorzi, parchi, comunità. Se unico intendimento dell’eletto è mettersi a servizio della collettività, beh è ora più che mai gravoso seguire le sorti di un ente che, senza contare le tante deleghe regionali, comunque risponde a precise prescrizioni costituzionali in materia ambientale, stradale, edilizia scolastica, oltre ad avere in forze più di 500 dipendenti che certamente non verranno meno, qualsiasi manovra si faccia. La nostra missione ora deve essere di forte presenza sul territorio per seguire l’evoluzione della normativa affinché tutto abbia una collocazione certa, scongiurando lacune che possano tradursi in disservizi che il cittadino sicuramente non merita . In questo scenario complicato l’unione della maggioranza di centro destra é determinante per un’azione proficua ed efficace: a che servono deviazioni e giravolte? Pur comprendendo legittime rivendicazioni e precisando che il Pdl, a parte i nomi più o meno fantasiosi di liste alleate, è sempre il primo partito, è il momento di pensare alla nostra società che chiede aiuto su ogni fronte e noi abbiamo il dovere di fare la nostra piccola parte. Felicia Mazzocchi (consigliere provinciale)