L’Aquila. I finanzieri dei Gruppi Investigazione Criminalità Organizzata di L’Aquila e Bologna, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, hanno dato esecuzione a 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse per i reati di traffico internazionale di droga a carico di: Diego Noguera Bautista, nato il 20.05.1944 a Girona (Spagna), senza fissa dimora nel territorio dello Stato (colpito da Mandato di Arresto Europeo eseguito dalla Polizia Spagnola – Cuerpo Nacional de Policia, su attivazione della Direzione Centrale dei Servizi Antidroga e dell’Interpol); Mauro Alfredo Chierici nato il 25.01.1953 a Sarsina (FC) e residente a Cesena (FC) in via Avola nr. 250, tratto in arresto in Cesena; e E.G.M., di nazionalità magrebina, risultato essere irreperibile e dunque ricercato. Gli arresti rappresentano l’atto conclusivo di una vasta indagine denominata “TOLEMAIDE” (dal nome della strada della città di Rimini ove avvenne il primo incontro fra gli acquirenti del litorale pescarese ed i referenti stranieri dell’organizzazione per definire il modus operandi dell’illecito traffico di droga) iniziata dal G.I.C.O. di L’Aquila nell’estate del 2010, sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo abruzzese e che, successivamente, si è sviluppata in più tronconi che hanno richiesto l’attivazione della D.D.A. emiliana e dei finanzieri del G.I.C.O. di Bologna. L’attività investigativa aveva, nel tempo, già consentito di sequestrare oltre 330 chilogrammi di hashish e di arrestare nella flagranza di reato 6 persone. Nel complesso sono state denunciate a piede libero altre 11 persone. L’operazione repressiva più importante risale al mese di settembre del 2010, quando il G.I.C.O. di l’Aquila sequestrò, nei pressi di Piacenza, un ingente quantitativo di droga destinato ai mercati dell’Emilia e dell’Abruzzo arrestando, in flagranza, 2 persone. Per giungere al sequestro dello stupefacente i finanzieri avevano attuato un ampio dispositivo di osservazione e pedinamento a distanza dell’autotreno, grazie all’impiego di mezzi tecnici avanzati. Il TIR, dopo aver attraversato la frontiera di Ventimiglia, era stato monitorato fino alla zona industriale nei pressi del casello di Piacenza Sud, ove era prevista la consegna dello stupefacente. A quel punto i finanzieri erano intervenuti ed avevano scoperto, custoditi in sette scatole avvolte da sacchi di juta, 210 chilogrammi di hashish. Furono arrestati il camionista italiano e l’acquirente magrebino. Ancora, a giugno del 2011, i finanzieri del G.I.C.O. di L’Aquila sequestrarono in località Ventimiglia (IM) un secondo ed ingente quantitativo di sostanza stupefacente, dell’ordine di 120 chilogrammi di hashish: due cittadini di nazionalità bulgara furono arrestati perché responsabili del trasporto del prezioso carico di droga. Lo stupefacente, in quella circostanza, era stato confezionato in 1.200 panetti, abilmente occultati fra casse di pesce surgelato. Nel mese di aprile del 2012, gli atti del filone principale dell’inchiesta sono stati trasmessi, per competenza, dalla D.D.A. di L’Aquila a quella di Bologna in quanto l’associazione criminale risultava essere radicata in quel Distretto e, da quel momento, le investigazioni sono state condotte in stretta collaborazione dai rispettivi G.I.C.O., fino agli esiti odierni. Uno stralcio dell’inchiesta condotta a L’Aquila e che aveva consentito al G.I.C.O. di sequestrare, nel gennaio del 2011, 160 grammi di eroina e mezzo chilo di hashish e di arrestare altre 2 persone, è stato trasmesso nel novembre del 2012 dalla D.D.A. di L’Aquila alla magistratura di Teramo.