L’Aquila. Aumenta di ora in ora la valanga di firme all’Appello lanciato dai Cobas contro la scuola-quiz, l’Invalsi e il Sistema di (S)valutazione. Molte migliaia di docenti della scuola e dell’Università, intellettuali, uomini e donne della cultura e delle arti, interessati alla difesa della qualità dell’istruzione pubblica – tra i/le quali Guido Visconti, nostro illustre concittadino aquilano, Moni Ovadia, Luciano Canfora, Pietro Barcellona, Romano Luperini, Donatella Della Porta, Angelo D’Orsi, Maria Grazia Campari, Cesare Bermani – lo hanno già sottoscritto. Nell’Appello si sottolinea che “i quiz standardizzati avviliscono il ruolo dei docenti e della didattica, abbassando gravemente la qualità della scuola” e che “l’inserimento di questa tipologia di prova in modo martellante, e collegato alla valutazione dell’efficacia della scuola, spinge i docenti ad abdicare alla loro primaria funzione intellettuale e a piegarsi all’addestramento ai quiz”. L’Appello invita a lottare contro la scuola-quiz e contro i test Invalsi perché “l’impostazione standardizzata è assolutamente inadeguata a rilevare il grado di preparazione di uno studente, di un aspirante docente, di un aspirante studente universitario, né tanto meno è in grado di dare indicazioni serie sull’efficacia di un docente o di un’istituzione scolastica; non è pensabile che in base a queste prove sia possibile per un docente, per una scuola, per il sistema scolastico generale ottenere indicazioni serie di miglioramento”. I quiz, spesso demenziali, si rivelano pericolosissimi per la libertà d’insegnamento, per la trasmissione del nostro patrimonio culturale alle future generazioni e per la funzione sociale che la scuola italiana fino ad oggi ha svolto. Chiediamo ai docenti, agli studenti e a tutti i cittadini interessati a difendere e a migliorare la scuola pubblica di aiutarci a fermare la scuola quiz, il Sistema di (s)valutazione basato sui test Invalsi, l’uso di indovinelli per imporre una scuola miseria, degradata e impoverita per lasciare il posto alla scuola privata e alla mercificazione dell’istruzione e della cultura. Ricordiamo che, proprio con questi obiettivi, i Cobas hanno convocato lo sciopero generale della scuola il 7 maggio nelle materne e nelle elementari, il 14 nelle medie e il 16 nelle superiori. Lo sciopero è indetto anche per restituire a docenti ed Ata il salario rubato con il blocco dei contratti e degli scatti di anzianità; per impedire la deportazione dei docenti “inidonei” e l’espulsione degli Ata precari.