Perugia. Le nuove frontiere della comunicazione e del giornalismo con la diffusione di Internet, l’innovazione tecnologica e gli strumenti offerti dalla rete. Di quanto questi aspetti abbiano trasformato i modi in cui la politica e il mondo dell’informazione più in generale comunicano si è parlato durante i cinque giorni di Festival internazionale del giornalismo di Perugia (Ijf) a cui MarsicaLive ha partecipato insieme a centinaia di altre testate online provenienti da tutto il mondo. “Star” internazionali del giornalismo hanno affrontato il tema del ruolo di Internet nel mercato dei media, argomento al centro dell’incontro dal titolo “La prima guerra mondiale di Internet, strategie e tattiche della rete”. Al panel di discussione, coordinato dal giornalista Emilio Carelli (Sky Italia), hanno partecipato anche Gianluca Comin (direttore relazioni esterne Enel), Lucio Caracciolo (direttore di Limes), Andrea Aparo (manager e docente all’Università Sapienza), Mauro Fazio (dirigente del dipartimento comunicazioni del ministero dello Sviluppo economico), Massimo Mantellini (giornalista e blogger) e Francesco Pizzetti (presidente di Alleanza per internet).
Tra i più interessan ti e attesi è stato l’incontro tra Beppe Severgnini, Marco Patuano, Aron Pilhofer e Kevin Bleyern (quest’ultimo in collegamento Skype dagli Stati Uniti), moderato da Anna Masera. Assente Matteo Renzi che all’ultimo momento ha deciso di non partecipare con un annuncio su Facebook. Bleyer, noto in tutto il mondo per i suoi discorsi affidati a Obama durante la campagna elettorale, ha parlato di come Internet influenzi il consenso politico: grazie ai progressi della ricerca online, e agli algoritmi sviluppati, oggi chi lavora per i politici può valutare facilmente dove concentrare le azioni della campagna elettorale. Vedendo come Internet ha aiutato Obama sembra che questo mezzo sia senza limiti, ma in realtà non dobbiamo mai dimenticare che attraverso i 140 caratteri di un tweet passa un pensiero e nulla di più, si può avere un impatto sulle persone (soprattutto sui più giovani, più attivi nei social), ma non è possibile arrivare alla tanto agognata democrazia diretta.
Aron Pilhofer, direttore delle Interactive News per il New York Times, ha parlato di una “ridefinizione del potere che è più abile di chi lo dovrebbe tenere a bada nel maneggiare i nuovi strumenti digitali”. Parla di internet nel giornalismo come di un mondo ancora da esplorare. Per il direttore del settore per il NYT si sta perdendo autorevolezza e legittimità di un giornalismo “che non vuole e non sa mettersi in discussione, cerca la battuta smagliante da social network invece di pronunciare un socratico e salutare so di non sapere”.
Ezio Mauro è stato invece intervistato collettivamente dalla comunità Twitter posizionata su #mauro. Ognuno poteva rivolgere domande che apparivano sul maxischermo al direttore di Repubblica in tempo reale su Twitter.
Dal convegno è emerso che il compito dei giornalisti del web e soprattutto di agenzia, ma più in generale per il giornalismo, sarà da un lato verificare le notizie che arrivano dalla rete, dall’altro svilupparle e arricchirle. La fonte prima dell’informazione, insomma, e’ destinata a mutare radicalmente, sulla spinta della crescita di social media e comunita’ virtuali. Una rivoluzione già iniziata, soprattutto nel mondo anglosassone, come testimonia la nascita della figura del social media editor nelle due principali agenzie in lingua inglese del mondo, Associated Press e Reuters.