Carsoli. Promossa dalle associazioni “Collalto come eravamo “ e “Il mondo in una stanza” con il patrocinio del Comune di Carsoli, s’inaugura mercoledì 1 maggio 2013, alle 18,30 presso la Sala Consiliare del Comune di Carsoli la mostra fotografica “ La memoria è amore: lavoro e comunità rurale”. gratuito. La visita mattutina è consentita salvo durante lo svolgimento dei consigli comunali: dal Lunedì al Sabato dalle ore 17 alle ore 20, la Domenica: dalle 10 alle 13, e dalle 16 alle 20,30. Fino al 15 Maggio 2013 a ingresso gratuito. Tale mostra, che ha già riscosso un notevole successo di pubblico durante tutta la permanenza nelle sale dell’incantevole Palazzo Scossa-Latini in Collalto Sabino dal 1 Agosto al 31 Dicembre 2012 ed un ampio risalto sia sui media nazionali che internazionali, racconta attraverso la fotografia – molto spesso realizzata da non professionisti – la vita quotidiana di quella comunità rurale storicamente così importante per l’intero territorio dell’Alta Valle del Turano ed anche del carseolano, tenuto conto della sua plurisecolare funzione di cerniera tra l’antichissimo Stato Pontificio ed il Regno delle due Sicilie, poi Regno di Napoli. Uno spaccato di quella della straordinaria civiltà contadina comune sia nelle terre marsicane che in quelle sabine o romane. L’amore e il profondo rispetto per le proprie tradizioni unite alla volontà di recuperare la propria memoria storica e di metterla a disposizione delle future generazioni, hanno spinto un gruppo di appassionati di raccogliere, attraverso un uso intelligente del social net Face Book, oltre cinquemila fotografie provenienti da varie raccolte private, dai cassetti di tante famiglie tuttora presenti nel comune e di trasformarle in un evento davvero eccezionale soprattutto per la sua importanza socio-culturale e antropologica. Convinti assertori che iniziative del genere possono davvero consentirci di realizzare quel salto qualitativo in ambito culturale, che permetta, non solo di mettere in correlazione tante risorse già presenti sul nostro territorio e su quelli limitrofi, ma anche di valorizzare il nostro comune patrimonio storico e culturale sino ad oggi scarsamente sottovalutato. Con questa raccolta selezionata di 52 foto, che spaziano dalla metà del secolo diciannovesimo fino alla metà degli anni ’60 del Novecento, s’intende valorizzare soprattutto quel mondo contadino ormai sradicato dai nostri territori ma non dalla nostra memoria o dalla nostra cultura, ripreso nella quotidianità dei suoi ritmi lavorativi così arcaici ed affascinanti. “….L’alta valenza della fotografia come arte non è di certo cosa nuova. Quando la fotografia assume però connotazioni antropologiche, etniche, storiche, culturali, diviene “patrimonio collettivo” quindi testimonianza fedele ed inequivocabile della Memoria; diviene qualcosa cui guardare non più con mero spirito artistico bensì con critica più attenta, più ampia e profonda….”
(Flavio Bruni, La mostra …La memoria è amore. 150 anni di Collalto Sabino in fotografia, Aequa n. 51, dic. 2012, pag. 74)