Avezzano. Impianto a biomasse in contrasto con la vocazione dell’area fucense, il sindaco, Giovanni Di Pangrazio, dopo aver bocciato il progetto di riconversione della Powercrop, mette sul tavolo una proposta alternativa: “la società dirotti gli investimenti verso la produzione di energia idroelettrica in linea con il progetto di impianto irriguo nel Fucino”. La nuova strada, quella della proposta (che segue il ricorso al Consiglio di Stato), approderà a Palazzo di città: il sindaco, infatti, in sintonia con la richiesta di Confagricoltura, si appresta a invitare sindaci e rappresentanti istituzionali, associazioni di categoria e ambientaliste, per un’analisi ragionata sulle criticità del progetto di riconversione e sulla proposta alternativa in sintonia con uno dei punti di forza della Marsica: l’agricoltura. Settore strategico dispone di un finanziamento statale da 99milioni di euro, per il quale la Regione ha affidato all’Autorità di bacino Liri Garigliano l’incarico di far redigere il progetto preliminare. Opportunità unica per incidere sul futuro di un territorio, dove il vecchio sistema industriale è in caduta libera, puntando sui reali punti di forza.“Viviamo un periodo storico di grande crisi socio-economica e occupazionale che non lascia spazio a improvvisazione e avventure incerte”, sottolinea Giovanni Di Pangrazio, “tanto più a scelte avventate o slegate da un progetto strategico mirato a indicare una possibile via d’uscita, un’ancora di salvataggio per un territorio vocato all’agricoltura e al turismo, punti di forza imprescindibili per dare un futuro lavorativo ai nostri giovani e a chi un lavoro lo ha perso nelle tante fabbriche che hanno chiuso i battenti o delocalizzato. Archiviato il tempo dei padrini politici, ora è arrivato il momento di abbandonare le vecchie logiche da tifosi, spesso inconsapevoli, per trasformarci in attori consapevoli del proprio destino”. Il sindaco, quindi, dopo aver analizzato le carte, ribadisce l’opinione, negativa, sulla scelta del sito per la realizzazione dell’impianto a biomasse che risponde più a esigenze di carattere industriale che di razionalità e sostenibilità ambientale. Il territorio, infatti, non riuscirebbe a garantire il fabbisogno dell’impianto: l’approvvigionamento dovrebbe essere garantito anche dall’Abruzzo interno e da altre Regioni generando un insostenibile aumento del traffico di mezzi pesanti. “Dire no, però, non basta”, riprende Di Pangrazio, “dobbiamo quindi avanzare una proposta alternativa affinché la società rinunci alla centrale a biomasse, contestata da questa Amministrazione, dal Consiglio Regionale e dall’intero territorio e, in sinergia con le istituzioni, dirotti i fondi della riconversione verso un’opera utile al territorio. La crisi che ha investito il pianeta evidenzia la necessità di scelte ponderate. Per ridare speranze ai giovani e ai tanti genitori rimasti senza lavoro, è tempo di volare alto, di ragionare sui contenuti senza trincerarsi dietro un no e basta. Se un progetto non è perseguibile, occorre sforzarsi per proporre soluzioni alternative”. Di Pangrazio, quindi, mette sul tavolo la sua opzione alternativa all’impianto a biomasse: un punto di partenza, ovviamente, da confrontare in un prossimo vertice con i colleghi della Marsica, le istituzioni e le associazioni ambientaliste e di categoria.