Pereto. “E’ bene precisare che, per poter intervenire, gli Uffici competenti regionali devono acquisire gli atti ufficiali, Delibera e Regolamento, del Comune di Pereto”. E’ quanto dichiara l’assessore alle Politiche agricole, Mauro Febbo, in merito all’intervento di Gabriele Caporale dell’Amta (Associazione micologica tartufai d’Abruzzo) che ha segnalato il provvedimento emanato dall’Amministrazione comunale di Pereto, in provincia dell’Aquila, intervenuta per regolamentare la ricerca e la raccolta dei tartufi. “Se le cose stanno veramente come dichiara nel suo intervento Caporale – spiega Febbo – il Comune di Pereto deve annullare l’atto in quanto illegittimo perché difforme dalla Legge Regionale n.66 del 21.12.2012 che disciplina raccolta, commercializzazione, tutela e valorizzazione dei tartufi. E’ necessario ricordare che qualsiasi tipo di Regolamento per la ricerca dei tartufi deve passare per l’approvazione della Giunta regionale o essere proposto sulla base di direttive dello stesso Esecutivo”. La Giunta regionale, in particolari casi criticità ambientali, su richiesta dei Comuni, delle Associazioni dei tartufai riconosciute e degli Enti gestori delle aree protette, sentito uno dei centri di ricerca dei centri specializzati, può disciplinare la raccolta dei tartufi con un apposito regolamento. Inoltre, il nuovo testo di Legge stabilisce che la raccolta dei tartufi è libera nei boschi naturali e nei terreni non coltivati (art.5); gli Enti, compresi i Parchi, non possono adottare provvedimenti di divieti nei territori, senza il rispetto delle procedure; i Comuni, le Amministrazioni separate, le Antiche Università e gli Enti Parco non possono imporre contributi aggiuntivi né diversificare gli stessi tra residenti o domiciliati e non (art. 24). “Voglio ricordare che la Legge n. 66 del 2012 – aggiunge l’assessore – rappresenta un intervento molto avanzato, adottato per disciplinare in maniera più efficace una materia che necessitava di interventi mirati a colmare i vuoti normativi. La nuova Legge sui tartufi si è resa necessaria per modernizzare l’intero settore e ci tengo a sottolineare come sia il frutto di un grande confronto, portato avanti in questo ultimo anno e mezzo dalla Direzione Politiche agricole e che è servito a recepire tutte le istanze del mondo micologico abruzzese. Sono state le stesse associazioni – conclude Febbo – a sollecitare l’approvazione di questo provvedimento teso a rafforzare in modo significativo tutta la filiera produttiva con l’obiettivo di incentivare nuove possibilità di creare reddito e soprattutto di uscire dalle secche di una commercializzazione dominata dai tuberi umbri e piemontesi”.