Avezzano. I sindaci marsicani, capeggiati dal primo cittadino di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, salvano il reparto di Medicina. In compenso, però, sarà declassato il reparto di Malattie infettive perché i parametri da rispettare sono sempre gli stessi e la “coperta” è comunque sempre corta. Sulla vicenda intervengono i sindacati della Sanità che chiedono che ogni territorio mantenga le proprie specializzazioni e non venga fatto un discorso politico ma in base ai pazienti e ai numeri dei territori marsicano, aquilano e peligno.
Intanto Medicina generale manterrà lo status di Unità operativa complessa grazie al pressing del sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, supportato dai colleghi della Marsica e dagli operatori della sanità. Un risultato ottenuto durante il vertice del Comitato ristretto dei sindaci di ieri mattina. Il Manager della Asl accoglie così la richiesta di modifica dell’atto aziendale condivisa da tutti i rappresentati dell’organismo e si impegna a inserire nell’elenco delle Uoc quell’unità “fondamentale” al servizio di tutta la Marsica. Silveri, di fronte ai sindaci, si è impegnato a rendere operative Emodinamica e Stroke-Unit e Neurochirurgia. Per quest’ultima sono state riavviate le procedure per l’assunzione di uno specialista; Emodinamica entrerà in funzione entro l’estate, al termine dei corsi di formazione per due medici. Il Sulla Stroke-Unit Silveri ha informato che l’attivazione del servizio in deroga scatterà appena l’Università procederà alla nomina del medico. Novità anche per l’ospedale di Tagliacozzo, dove è in arrivo la direzione medica di presidio.
Medicina è quindi salvo ma a farne le spese è stato però il reparto di malattie infettive che diverrà una unità operativa semplice. Infatti i parametri imposti dal Comitato Lea (Livelli essenziali di assistenza) della conferenza Stato Regioni, devono comunque essere rispettati e prevedono al massimo una struttura complessa ogni 17,5 posti letto. I sindacati, però, chiedono garanzie per ogni territorio. “Vogliamo una sanità a misura di tutti e con respiro provinciale”, ha affermato Antonio Ginnetti della Cgil, “e chiediamo un’organizzazione “hub and spoke” (cioè mozzo e raggio) dinamica. Quindi pur riconoscendo la centralità dell’ospedale dell’Aquila, le altre strutture devono rimanere punti di riferimento per le proprie specializzazioni. Ogni ospedale può essere fulcro per una specialità e raggio per un’altra essendo però in rete tra loro e rafforzando i collegamenti. La distribuzione dei reparti specialistici”, ha aggiunto, “deve tener conto del bacino di utenza, delle distanze, dei tempi di percorrenza, dell’epidemiologia, delle professionalità sviluppate in base alla casistica, puntando sulla prevenzione e non alle regole imposte dalla politica”.