Avezzano. Rischia di finire sotto processo per bancarotta. L’ex sindaco di Avezzano, Mario Spallone, 96 anni da compiere, medico personale di Togliatti nel dopoguerrra è finito nei guai per un buco da 50 milioni in una delle cliniche della sua famiglia. Il patriarca di famiglia, che si è già distinta per aver legato il suo nome a diverse inchieste – in primis quella sugli aborti fuori legge della sua Villa Gina – si trova ad affrontare nuovi guai giudiziari. Stavolta a finire nel mirino della procuraè un buco da quasi 50 milioni di euro trovato nelle casse di Villa Santa Costanza S.r.l., dove l’ anziano capostipite ha ricoperto il ruolo di amministratore unico dal 2000 al 2003. Per lui e altre 12 persone, tra cui due suoi familiari in qualità di membri del Cda della clinica, i magistrati di piazzale Clodio hanno chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di bancarotta fraudolenta e documentale. Ora l’ex medico di Togliatti, l’unico di cui il segretario si fidasse veramente tanto che tenne in cura, fino alla morte, anche l’onorevole Nilde Iotti, rischia di finire a processo.
Secondo gli inquirenti avrebbe distratto «la complessiva somma di 454.056,00 euro prelevandoli senza titolo dal conto corrente della società». Società che, poi, sarebbe stata dichiarata fallita dal tribunale nell’aprile del 2010. Nel maggio 2012 — si legge nelle carte — il passivo «definitivamente accertato» era di oltre 62 milioni di euro, a fronte di un attivo di 12 milioni e 700mila euro.
Tante le vicende giudiziarie che da un certo punto in poi hanno colpito Spallone e la sua famiglia, e dalle quali è uscito indenne. Perché non solo venne accusato di strumentalizzare la sua amicizia con Togliatti per vendere informazioni al Sifar e alla Cia, ma con il caso di Flavio Carboni, uno dei protagonisti dell’inchiesta sull’omicidio di Roberto Calvi, venne indagato per falso e truffa.
La magistratura puntò il dito contro di lui perché avrebbe firmato una certificazione medica per permettere a Carboni di non presentarsi in aula e rinviare il processo. Poi fu la volta di Maurizio Abbatino, uno dei capi della banda della Magliana che fuggì da Villa Giulia: in questa occasione Spallone avrebbe aiutato o almeno favorito l’evasione del boss. Per arrivare all’indagine più dura, quella che nel 2000 portò agli arresti il figlio Marcello e il fratello Ilio per un giro di aborti clandestini, praticati anche fino all’ottavo mese di gravidanza, nella clinica Villa Gina.