Avezzano. Le gesta del più famoso gladiatore del mondo, entrato nel mito e diventato simbolo senza tempo della lotta di liberazione, sono narrate in quest’opera, a metà tra il fumetto e la storia illustrata, prendendo a riferimento le fonti storiche classiche con i contributi della moderna storiografia. Originario di un paese abruzzese in provincia di L’Aquila (Balsorano), James Fantauzzi, classe 1969, nasce e trascorre la sua infanzia a Lyon, Francia, tra il centro della seconda capitale economica transalpina e una turbolenta “banlieue”, Vaulx en Velin, una periferia caratterizzata da una massiccia presenza di cittadini prevalentemente maghrebini, africani, spagnoli, italiani e portoghesi. Vive sulla propria pelle, anche se in maniera indiretta rispetto agli adulti, le difficoltà, le contraddizioni ma anche i vantaggi di un tessuto sociale multiculturale così composito. Appassionato di fumetti dall’età di 6 anni, il piccolo Fantauzzi segue con devozione i supereroi della DC Comics, Batman in primis, non disdegnando nemmeno le avventure dell’universo Marvel che un suo amico gli presta. All’età di 11 anni i genitori decidono di rimpatriare e di tornare nel piccolo e montagnoso centro Abruzzese (“un traumatico contrasto” lo definirà James) nel quale trascorre l’adolescenza che sarà animata da un nuovo amore che non abbandonerà mai più: il rock. Oggi, Fantauzzi vive e lavora come impiegato a Roma nel settore delle telecomunicazioni. Diventato nel frattempo anche psicologo clinico (la psicologia diventerà una delle sue innumerevoli passioni, soprattutto in ambito sociale), egli suona attualmente la chitarra elettrica in una band di rock alternativo molto attiva. Una serie di circostanze abbastanza bizzarre avvenute nell’arco di una giornata lo spinge (misteriosamente, a suo dire) a iniziare a disegnare quello che diventerà in seguito questa graphic novel. Dopo mesi intensi di ricerche storiche, James, che non ha mai seriamente disegnato in vita sua, sfrutta così il suo residuo tempo libero per trasformare in immagini ciò che ci raccontano gli storici classici, da Plutarco ad Appiano passando per Sallustio, sulla vita del gladiatore ribelle Spartaco. A parte la presenza di pochissimi personaggi inventati (Xerone ad esempio, immaginario compagno di Spartaco, è un marso, proprio come l’autore), la storia non è abbellita e romanzata in quanto, come rileva Fantauzzi, “è già una storia perfetta di per sé”. Il fumetto ha richiesto 3 anni di lavoro e l’autore lo dedica alla memoria del suo concittadino e lontano parente Giuseppe Bifolchi, deceduto nel 1978, che definisce “uno Spartaco dei nostri tempi”.