Capistrello. “In politica non si lascia traccia di nulla. Dico questo non perchè tutti sono cattivi e io l’unico buono, ma perchè mai ho ricevuto un ordine scritto di fare o di non fare qualche cosa. Le cose si dicevano sempre a voce. In politica si fa così”. Entra nell’aula di piazzale Clodio con un impeccabile abito grigio e una bibbia francescana stretta tra le mani. Guarda in faccia davanti i giudici della IV sezione penale e poi inizia a parlare. Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita accusato di aver sottratto dalle casse del partito che faceva capo a Francesco Rutelli 25 milioni di euro, non ha paura di parlare. La seconda udienza del processo che lo vede coinvolto insieme insieme ai suoi commercialisti e alla segretaria, è ricca di particolari che Lusi snocciola uno dopo l’altro. E’ arrivato a Roma di buon mattino partendo dalle montagne abruzzesi della Madonna dei Bisognosi dove da settembre è agli arresti domiciliari. Accompagnato dagli avvocati avvocati Luca Petrucci e Renato Archidiacono è salito sul banco degli imputati e ha iniziato a ricostruire le vicende legate ai fondi della Margherita. Secondo quanto emerso dalle dichiarazioni spontanee dell’ex senatore originario di Capistrello: “Il comitato federale di tesoreria era l’organo politico di controllo del bilancio ed è giusto così altrimenti il tesoriere sarebbe stato un dittatore. Dal 2007 ho pagato fatture il cui oggetto non corrispondeva al vero perché‚ ma solo perché‚ me lo chiedevano le singole correnti del partito. Pagavo una cosa la cui prestazione non era mai pervenuta: si tratta di fatture false”. Le parole di Lusi, smentite già in aula da Giampiero Bocci ex presidente del Comitato federale di tesoreria della Margherita, sono state poi negate anche dallo stesso partito. In una nota dei liquidatori della Margherita, si sottolinea che “In politica si lascia traccia e come. Infatti le ruberie di Lusi, come le sue calunnie e menzogne, sono perfettamente tracciate, come documentato quest’oggi in udienza dai rappresentanti della Banca d’Italia e della Guardia di Finanza. Egli è a processo e la Margherita, primo partito nella storia, ha già iniziato a devolvere tutto il maltolto, oltre ai propri