Canistro. Sono stati perquisiti l’abitazione e gli uffici dellL’imprenditore molisano Camillo Colella, titolare dello stabilimento di Canistro della Sorgente Santa Croce. Sarebbe coinvolto nell’inchiesta della Banca popolare di Milano, che ha portato all’arresto dell’ex consigliere regionale lombardo, l’avvocato Onofrio Amoruso Battista. Il patron delle acque minerali molisane, candidato alla presidenza della Regione con la sua lista “Sport, lavoro e sociale”, ha ricevuto la visita delle Fiamme gialle che nella mattina di mercoledì 6 febbraio hanno perquisito la sua abitazione di Isernia e gli uffici di Monteroduni. La Polizia tributaria di Milano, su disposizione del Tribunale, ha passato al setaccio i luoghi riconducibili al re delle acque minerali. Il decreto di perquisizione arriva direttamente da Milano dove si sta sviluppando una complessa inchiesta incentrata sulle tangenti in cambio di finanziamenti. E proprio di aver versato una tangente di 700mila euro sarebbe accusato Colella, iscritto sul registro degli indagati per corruzione tra privati in concorso. Nella ricostruzione degli investigatori l’imprenditore molisano avrebbe corrotto Massimo Ponzellini, all’epoca dei fatti (2010-2011), presidente della banca, uomo vicino a Umberto Bossi e nominato dalla Lega versando l’ingente somma di denaro in cambio di un investimento sfavorevole alla stessa banca, che vale il 30 per cento in meno del valore nominale. Con due diversi versamenti, uno da 500mila e l’altro da 200mila euro, la Farmer Immobiliare Sas di Colella & C. avrebbe ottenuto un investimento realizzato dalla Banca popolare di Milano su un fondo immobiliare denominato “Ghoete”. La Procura ritiene che l’investimento fosse contrario agli interessi della stessa banca, visto che si trattava di un fondo chiuso, in perdita. Un ulteriore riscontro nella versione inquirente degli strettissimi rapporti tra Colella e Ponzellini, arrestato già in passato per le stesse vicende, sarebbe dato dal fatto che il molisano risulta dal 2008 beneficiario di una società lussemburghese che possiede una imbarcazione di grande valore di proprietà proprio di Ponzellini. Secondo il difensore, il noto legale Alessandro Diddi, “l’iniziativa della Procura della Repubblica di Milano è fondata su un clamoroso equivoco che nelle prossime sarà chiarito. Sono in possesso di documentazione inoppugnabile”, ha aggiunto l’avvocato, “che dimostra l’assoluta estraneità dell’ingegner Colella alla ipotizzata illiceità. Il gruppo di Colella”, ha sostenuto il difensore, “non ha ricevuto alcun finanziamento dalla Bpm e tanto basterebbe per destituire di fondamento l’accusa.Il titolare della Santa Croce, che è sponso del Pescara Calcio, ha riferito di sentirsi “tranquillo e sereno, sicuro che l’autorità giudiziaria di Milano potrà rapidamente chiarire la sua posizione e giungere all’archiviazione del caso e rassicurare i suoi numerosi dipendenti, collaboratori e clienti che questa vicenda non intacca la sua solidità patrimoniale e non pregiudica le sue iniziative”.