Avezzano. Il giallo della morte di Niki Aprile Gatti, l’informatico avezzanese morto nel 2008 nel carcere di Sollicciano in circostanze mai chiarite, è stata portata all’attenzione del ministro della Giustizia Angelino Alfano.
Nel corso della visita del guardiasigilli ad Avezzano, la madre della giovane vittima, insieme al comitato “Verità e Giustizia per Niki”, ha pensato di approfittarne della presenza di Alfano per consegnarli le tre interrogazioni parlamentari sul caso e il libro di Samanta Di Persio “La pena di Morte Italiana”, all’interno del quale trova spazio proprio lo strano caso di Niki, che lavorava sul Titano. Il volume è stato consegnato dall’Assessore Provinciale alla Cultura e Turismo Marianna Scoccia e da Stefania Bontempi, in rappresentanza della città di Avezzano. Alfano ha promesso che avrebbe letto il libro e le interrogazioni parlamentari, acui fino a oggi non si è ancora avuta alcuna risposta. A maggio scorso nella vicenda c’è stato un colpo di scena visto che il tribunale di Avezzano ha rinviato a giudizio l’ex fidanzata. E’ accusata di appropriazione indebita. Un provvedimento che di fatto riapre una vicenda dietro cui si nascondono troppi interrogativi. Sempre a maggio, la Procura di Firenze ha archiviato il caso respingendo la richiesta dei familiari che continuano a non credere all’ipotesi di suicidio. L’informatico di 26 anni fu arrestato la mattina del 19 giugno a Cattolica con un ordine di custodia cautelare. L’ipotesi di reato era frode informatica. L’avezzanese fu rinchiuso nel carcere di Sollicciano, ambito territoriale dei Pm che indagavano sul caso. Alle 11 del 24 giugno venne trovato senza vita, impiccato alla finestra del bagno con un paio di jeans e un numero imprecisato di lacci da scarpe. Secondo i familiari, però, i lacci difficilmente avrebbero potuto sostenere il corpo del giovane che pesava 92 chili. Nel bagno dove è stato trovato il corpo non vi era sufficiente spazio tra i jeans utilizzati per il presunto suicidio e il pavimento. I lacci ritrovati, inoltre, non sarebbero stati sufficienti come lunghezza e uno era addirittura ancora applicato nella scarpa, mentre i jeans erano intatti. Ma un altro mistero riguarda la sparizione dall’abitazione che il giovane aveva a San Marino di effetti personali e alcuni computer e memorie. In sostanza, la mamma del giovane informatico, Ornella Gemini, è sicura che alla base dell’episodio ci sia una simulazione. Qualche giorno dopo il padre adottivo di Niki e lo zio entrarono nell’appartamento dove il ragazzo era in affitto ma rimasero stupiti perché l’abitazione era stata completamente ripulita in tempi record. Fu presentata una denuncia a San Marino e in Italia. La magistratura di San Marino archiviò la denuncia ma quella di Avezzano vuole vederci chiaro.