Parte la rubrica del campione europeo di boxe Giampiero Contestabile, stavolta nei panni di fisioterapista.
PREVENIRE I TRAUMI
Il modo ottimale per prevenire una buona parte dei traumi collegati all’attività dello sci è indubbiamente un’ottima e dettagliata preparazione fisica. Ovviamente questa non può avvenire nei giorni immediatamente precedenti l’uscita in sci altrimenti non si riuscirebbero ad avere gli adattamenti muscolari sufficienti ,anzi si potrebbe solo peggiorare la situazione affaticando la muscolatura. Questa preparazione pre sciistica deve essere finalizzata a recuperare il tono muscolare dell’intero corpo,irrobustire i muscoli della schiena,rendere elastiche le articolazioni (caviglia,anca,ginocchio),a tutto ciò va affiancato un programma aerobico per migliorare le doti di resistenza. Detto ciò ,quando si parla di sport l’infortunio è sempre dietro l’angolo e se questo si presenta ecco alcune utili informazioni.
ANATOMIA E CASISTICA
Nella casistica la parte più colpita è l’articolazione del ginocchio, I traumi più frequenti a carico dell’articolazione del ginocchio sono le distorsioni: i meccanismi di infortunio sono molto frequenti soprattutto nello sci alpino. Negli anni ’70 la progressiva introduzione di scarponi in plastica con scafo più alto e rigido rispetto ai più vecchi scarponi in cuoio, ha spostato verso il ginocchio l’energia torsionale derivante da una caduta. Ciò ha determinato un enorme incremento del numero di distorsioni di ginocchio a fronte di un corrispondente calo del numero di fratture malleolari e/o di gamba.
Ovviamente quando si innesca la caduta molte altre parti del corpo possono riportare traumi fra le prime troviamo: la spalla,polso,rachide cervicale, fratture di femore e tibia.
In questo breve e spero interessante sunto tratteremo l’articolazione del ginocchio.
Il ginocchio
Semplificando un po’ l’anatomia, possiamo dire che la stabilità del ginocchio è dovuta principalmente a 4 robusti legamenti (Fig. 1):
1. il legamento collaterale interno;
2. il legamento collaterale esterno;
3. il legamento crociato anteriore;
4. il legamento crociato posteriore.
Il meccanismo che provoca la lesione dei legamenti nello sciatore è una torsione del ginocchio verso l’esterno o verso l’interno con piede fisso .
La lesione dei legamenti può essere di I, II, o III° grado, a seconda se le sue fibre hanno subito una lieve distrazione, una discreta distrazione con rottura parziale, o una rottura completa.
Nello specifico:
Distorsione del legamento crociato anteriore:
- Percezione di uno schiocco all’interno del ginocchio al momento del trauma.
- Dolore imporvviso che impedisce il proseguimento dell’attività sportiva.
- Comparsa di ecchimosi e lividi intorno al ginocchio entro poche ore dalla lesione.
- Instabilità anteriore dell’articolaizone, con la sensazione che il gionocchio scappi in fuori quando ci si alza in piedi.
Distorsione del legamento crociato posteriore:
- Leggero gonfiore locale con o senza instabilità articolare.
- Dolore lieve localizzato nella parte posteriore del ginocchio che aumenta quando la flessione raggiunge e supera i 90° (accovacciamento o inginocchiamento)
Distorsione del legamento collaterale mediale del ginocchio:
- Dolore e gonfiore locale, spesso lievi o assenti, ma l’assenza di dolore intenso non esclude una lesione grave.
- Instabilità dell’articolazione che tende a “scappare” verso la parte esterna.
- Dolore acuto può essere evocato con la digito-pressione della parte interna del ginocchio
Distorsione del legamento collaterale laterale del ginocchio:
- Dolore e gonfiore locale, spesso attenuati.
- Instabilità dell’articolazione che tende a “scappare” verso la parte interna posteriore.
- Dolore acuto può essere evocato con la digito-pressione della parte esterna del ginocchio.
- Dolore “meniscale”, che si accompagna alla frequente compartecipazione del menisco interno.
Conseguenze dell’entità della lesione sui sintomi:
Generalmente, ma non sempre, i sintomi sono tanto più gravi quanto maggiore è l’entità della lesione.
- Le distorsioni di primo grado causano soltanto un leggero dolore nei gradi estremi di movimento tanto che la persona può camminare tranquillamente.
- Le distorsioni di secondo grado spesso causano dolore durante i movimenti.
- Le distorsioni di terzo grado provocano dolore ancora più intenso ai movimenti.
I legamenti sono abbastanza vascolarizzati ed è per questo motivo che una distorsione importante causa la rapida comparsa di un versamento articolare (emartro), soprattutto in caso di lesione del crociato anteriore. La presenza di sangue all’interno del ginocchio è a sua volta responsabile dell’insorgenza di gonfiore e dolore locale.
TRATTAMENTI
Primo Soccorso: se avete subito una distorsione al ginocchio, dovete immediatamente applicare il protocollo R.I.C.E.:
- Riposo (ed ev. immobilizzazione)
- Ice (ghiaccio: 20 min. di applicazione e 3 o 4 ore di riposo, a ripetere, con un po’ di sottile tessuto a proteggere la cute, per 2 o 3 giorni, fino a quando il dolore non è significativamente diminuito)
- Compressione (con benda elastica)
- Elevazione (sollevare la gamba colpita con un supporto, per metterla in scarico e consentire un più rapido drenaggio linfatico.
Sarà poi il medico del pronto soccorso o lo specialista ortopedico di riferimento a consigliare il trattamento successivo, dopo aver effettuato una diagnosi corretta, con l’ausilio eventuale di risonanza magnetica, che rimane l’esame strumento d’elezione.
Il trattamento fisioterapico più opportuno dipende dal tipo di lesione Si può intervenire in un primo tempo, quando troviamo una lesione di 1° o 2° grado ,mentre nel caso di lesione di 3° grado la fisioterapia entra in gioco dopo l’intervento chirurgico atto al ripristino della struttura ceduta. Il fisioterapista si avvale di importanti mezzi strumentali per il controllo del gonfiore del dolore e per aumentare la velocità di rigenerazione dei tessuti danneggiati, enon per ultimo il recuper completo del suo ROM (gradi di movimento ottimali). le terapie più utilizzate negli ultimi anni sono la TECAR ,LASER YAG,ONDE D’URTO, ULTRASUONO, affiancando di pari passo a queste le tecniche manuali quali LINFODRENAGGIO, esercizi di rinforzo muscolare e propriocettivi. Il programma prevede in genere due tre sedute settimanali. Il paziente è anche istruito su come eseguire per conto proprio ,a casa, alcuni esercizi, dato che è essenziale mantenere sempre attivo l’arto danneggiato .I tempi di recupero sono strettamente legati alla gravità della lesione e all’età del paziente.
A cura di Gianpiero Contestabile
(Fisioterapista Centro Medico Avezzano
Specialista in Fisioterapia e Scienze Motorie)