L’Aquila. Gianfranco Giuliante, Mauro Febbo, Angelo Di Paolo e Luigi De Fanis, in vista delle consultazioni per la scelta dei candidati alle politiche di febbraio, hanno scritto una lettera aperta alla classe dirigente del centrodestra: “Se si lavora bene la rimonta è assicurata”. Gli accadimenti di queste settimane per le conseguenze che andranno a determinare, impongono delle riflessioni tanto per le implicazioni di breve periodo ( elezioni Nazionali) quanto di medio (elezioni Regionali). Una premessa è necessaria. Le accelerazioni degli ultimi mesi e le dinamiche ad esse connesse “giustificano” valutazioni e meccanismi di selezione delle candidature di tipo “sovraordinario”. Né vale il discorso che è sempre stato così, perché le scelte di ridisegno del partito PDL in termini di classe dirigente locale attraverso congressi, è stata una scelta recente. Fatta questa premessa, è necessario aggiungere che “ comunque” il territorio dovrà fare la sua parte.
Relazionandosi, offrendo un quadro oggettivo di valutazione, sottolineando dinamiche locali e/o problematiche particolari, che se da un lato devono tener conto ineludibilmente delle regole stabilite dall’ufficio di presidenza per la formazione delle liste elettorali, dall’altro deve coniugare la necessaria rappresentanza dei singoli territori. Sollecitiamo quindi che i risultati delle analisi fatte sul territorio dagli organi preposti e le diverse voci che sono emerse e che emergeranno nella segreteria regionale, abbiano una loro rappresentanza presso gli organi centrali.Viceversa, sembrerebbe, che in modo unilaterale, pur se legittimo, diversi aspiranti stiano prediligendo passaggi romani o appaiano ondivaghi circa possibili approdi in nuove formazioni disposti ad ospitarli. Con ciò, dunque, sembrano prediligere un percorso altro rispetto ad una più composta condivisione delle scelte che il PDL abruzzese si troverà a prospettare nel tavolo romano “ cercando” di essere convincenti. Siamo pertanto a stigmatizzare tali atteggiamenti che sono non solo lesivi per una logica corretta di partito, ma che possono provocare pericolosi contraccolpi anche per i futuri equilibri regionali, tenendo conto dell’appuntamento elettorale del prossimo anno. A tal proposito riteniamo anche che sbaglia chi pensa di coinvolgere in questa iniziativa il Presidente Chiodi. Il suo ruolo di “federatore” di una coalizione maggioritaria alle prossime elezioni regionali, lo deve vedere super partes. Quando si partecipa alla scelta dei candidati, se da un lato si indicano gli “inclusi”, dall’altro di determinano gli “esclusi” con un possibile danno prospettico non compatibile con la auspicata e necessaria unità quale condizione per una vittoria del centro destra alla prossime elezioni regionali. Così come in poche settimane la determinazione del Presidente Berlusconi ha fatto lievitare consensi e prospettive di vittoria, riteniamo che una classe dirigente “coerentemente omologa” voglia lavorare in sintonia per una rimonta che ogni giorno diventa sempre più evidente”.