Pescina. I lavoratori Micron invadono pacificamente il premio Silone: tocca a questo territorio fare a pugni con la questa brutta storia. Dal palcoscenico del teatro San Francesco, durante la premiazione del diciottesimo premio dedicato allo scrittore di Fontamara, si è alzato un grido di protesta. E’ quello dei lavoratori Micron, colpiti da una dura crisi che ha sta mettendo a repentaglio 700 posti di lavoro. Da loro è partita la richiesta d’aiuto a tutto il popolo marsicano che deve scendere in piazza e lottare per la difesa dello stabilimento Micron una delle principali fonti di reddito del territorio. Monica Di Cola, dipendente Micron, è salita sul palco e ha letto un documento che subito ha colpito al cuore Carlo Lizzani, regista di Fontamara premiato ieri dalla giuria. Lizzani, dopo aver ascoltato le parole dei lavoratori ha espresso la sua solidarietà paragonandoli ai protagonisti del suo film “Achtung Banditi” dove gli operai del cantiere navale di Genova venivano aiutati dal popolo e dai partigiani. “1623 e’ il numero che oggi vogliamo rimanga nelle menti e nei cuori”, si legge nel documento dei dipendenti Micron pubblicato sulla pagina Facebook della Fiom Micron, “1623 siamo noi ed e’ un numero fatto di famiglie,operai altamente specializzati, ingegneri e fisici e soprattutto impiegate e madri che in turno da 12 ore, per 4 giorni di seguito, privano della loro presenza i loro figli. 1623 siamo noi adesso e proprio per i sacrifici che tutti abbiamo fatto non possiamo permettere che questo numero diventi diverso. Spesso capita (e forse se ci pensiamo bene anche a noi sarà capitato) di parlare dell’ ineluttabile logica del profitto più’ elevato e a tutti costi che prevarica tutto il resto: oggi, ora, 15 dicembre 2012, parliamo di noi e, se vi capita, voi parlate di noi . Micron e’ una Multinazionale che ha investito sin dove il proprio profitto ha posto il limite ,che ha smesso di investire in Italia quando opportunità di guadagno superiore sono emerse in luoghi del mondo dove si poteva approfittare della crisi globale per comprare fabbriche fallite ed operare in contesti lavorativi con tutele inesistenti per i lavoratori. E mentre l’allarme per la mancata innovazione qui ad Avezzano veniva dato per tempo dai lavoratori e rimaneva inesorabilmente inascoltato (a volta anche da parte di alcuni dei lavoratori stessi), politici ed istituzioni addirittura colpevolizzavano l’allarme dato come se fosse esso stesso poi la fonte del problema. Ecco, di questo si tratta, e’ una della storie che sentite ogni giorno. Gente che protesta e che non viene ascoltata e poi,come se tutto non avesse una storia complessa dietro, scoppia il caso, il dramma sociale, la storia che ci tocca tutti, ma non troppo,per favore, perché poi non possiamo mica abbandonarci alla malinconia o alla riflessione, datecene solo una piccola razione quotidiana …. di questi problemi! Ora però tocca a questo territorio fare a pugni con questa brutta storia, toccherà a tutti vedere crescere ogni giorno la rabbia e le lacerazioni tra la gente , intuire (se si ha la sensibilità necessaria) i drammi personali e quelli collettivi, immaginare, se e’ possibile, un “ futuro senza futuro”. SI ,perchè se proprio come un telegiornale vogliamo descrivere questa storia dobbiamo dire che 1623 e’ uguale a 90 milioni di stipendi in un anno distribuiti in principale modo tra Marsica, Aquilano,Sulmontino e Reatino, 30% del PIL della provincia dell’Aquila, 10% delle esportazioni dell’intera regione …. Ma noi come avete capito, non vogliamo parlare usando questo metodo, perche’ per noi( e credeteci e’ vero) 1623 e’ uguale ad un cumulo inimmaginabile di conoscenza, di voglia di lavorare, di capacità di produrre ed evolversi in qualcosa DI MIGLIORE E DURATURO, di progettare cose per il futuro, di potenziale giovane e cosciente delle proprie potenzialità. Oggi allora, in nome e per conto di 1623 cittadini vi chiediamo di dirci se questo numero e’ simbolico solo per noi
e se l’ indirizzo che molti (la multinazionale ed il management italiano sicuramente, il governo attuale probabilmente) vorrebbero solo proiettato verso “esuberi strutturali,presupposto essenziale per un futuro di rilancio” lo vogliamo cambiare insieme. Noi non abbiamo alternative,lo dobbiamo cambiare e chi deve e può accompagnarci in questo tragitto deve assolutamente (ora e non quando sarà tardi) intervenire e non promettere, operare e non discutere, collaborare con la gente e non chiacchierare amabilmente con dirigenti d’azienda che fanno a volte gli interessi dell’azienda e molto più’ spesso quelli propri, ma mai quelli dei lavoratori. Per convincerli veramente,per cambiare le abitudini di chi per troppo tempo si e’ adagiato sul comodo cuscino del “non fare”, se oggi lo volete fare , dovete gridarlo insieme a noi che pur di fare sentire la nostra voce e la nostra volontà’ occupiamo tutti gli spazi che ci si possono offrire e per i quali vi siamo grati. Abbiamo iniziato solo adesso e tanto ci sarà da fare, ma qualsiasi iniziativa possa essere pensata e messa in piedi da ora non può’ funzionare senza il supporto di tutti. Questa à la nostra TERRA , questa è la nostra VITA , 1623!”. Intanto domani mattina le parti, azienda, sindacati e rsu, si incontreranno alla Regione Abruzzo a Pescara per un tavolo con l’assessore allo Sviluppo economico Alfredo Castiglione.