Avezzano. Fallimento politico e disastro sociale. Non è allarmismo; è la semplice costatazione che tutti i cittadini stanno avendo sulla sanità locale. E cosa succederà tra venti giorni, quando tutti i trecentosessanta precari della provincia (medici, infermieri, amministrativi) lasceranno i posti di lavoro? Ci ritroveremo con la paralisi totale delle strutture sanitarie: reparti dimezzati, unità operative bloccate e persino Pronti-soccorso da chiudere. Altro che i programmi di potenziamento assicurati ed ostentati da Assessori alla Sanità, Sindaci distratti e politici locali disinvolti, un po’ illusionisti e un po’ interessati menzogneri! E’ curioso come, fino a qualche giorno fa, né l’Amministrazione di Avezzano, né i componitori della politica marsicana e neppure gli esperti consiglieri regionali del settore si siano resi edotti, ed abbiano edotto la cittadinanza, sulla incredibile situazione che ci aspetta ad Avezzano, Sulmona e Castel di Sangro (guarda caso è la ASL azzerata dalla maggioranza di Destra, ed accorpata all’Aquila!). Una situazione di impotenza e di sconcerto che anche i medici dell’Ospedale di Avezzano hanno rimarcato, riunendosi in comitato spontaneo per tentare di trovare soluzioni a quella già precaria – per l’appunto – condizione in cui versa il servizio sanitario sul territorio. Da diversi mesi, altri consiglieri comunali e regionali hanno provato a destare la giusta attenzione sulla gravità del problema. Ci proveranno ancora, nei prossimi giorni, incontrando la Direzione generale e sanitaria per conoscere il quadro preciso del disastro sociale che ci aspetta, ed impegnando le Istituzioni regionali e parlamentari per arginare le conseguenze nefaste che ne derivano per la gente. Affinché quei manifesti apposti all’ingresso dell’Ospedale di Avezzano (e che ne annunciano la morte) possano essere superati da progetti concreti, e non rimossi dalle chiacchiere irresponsabili dei politici di lungo o nuovo corso.