Pescara. La Giunta regionale abruzzese guidata da Marco Marsilio ha confermato anche per il 2025 il taglio al salario accessorio del personale sanitario, una decisione che ha suscitato delusione tra lavoratori e sindacati. “Situazione inaccettabile, normale che poi molti scelgano di lavorare nel privato o all’estero”, ha dichiarato il vicepresidente del Consiglio regionale Antonio Blasioli, manifestando pieno sostegno agli operatori e alle organizzazioni sindacali.
Il salario accessorio comprende varie indennità legate a turni, reperibilità e mansioni particolarmente gravose. Nonostante l’incremento previsto dall’articolo 11 del Decreto Calabria (DL n. 35/2019), in Abruzzo queste risorse aggiuntive non sono mai state riconosciute né per il 2024 né per il 2025. Si tratta, secondo i sindacati, di un taglio consistente stimato in oltre 25 milioni di euro, considerando i dipendenti delle quattro Asl regionali.
“Il mancato riconoscimento inciderà direttamente sulle buste paga dei medici, infermieri e operatori socio-sanitari, già sottoposti a carichi di lavoro elevati e a turni estenuanti. A fronte di turni estenuanti, cronica carenza di personale, condizioni operative sempre più difficili, e ora anche del mancato rispetto del giusto salario previsto dai contratti collettivi, non è poi così difficile intuire le motivazioni che spingono molti professionisti a preferire occupazioni nel privato o all’estero, con conseguenze disastrose per la nostra sanità pubblica”, ha aggiunto Blasioli.
“A partire da gennaio, molti lavoratori subiranno inoltre una doppia penalizzazione: oltre al mancato riconoscimento del salario accessorio, le buste paga saranno ulteriormente ridotte a causa dell’aumento delle aliquote Irpef. Non basta un generico impegno dell’Assessore Verì a verificare la possibilità di prevedere le risorse relative al prossimo anno, cioè il 2026, occorre riconoscere la professionalità di questi lavoratori anche per le annualità precedenti”, ha sottolineato il vicepresidente regionale.
Blasioli ha concluso ribadendo il sostegno ai lavoratori: “E noi saremo al loro fianco, insieme a Cgil e Uil, nella loro giusta battaglia”. Gli operatori sanitari continuano così a lottare per il riconoscimento della loro professionalità, in un contesto caratterizzato da carenze di organico e da crescenti difficoltà operative.








