Avezzano. Una chiesa diocesana in festa, quella dei Marsi, che ieri a mezzogiorno in Cattedrale ha vissuto uno dei momenti più significativi della vita pastorale dell’anno: il rinnovo del mandato ai ministri straordinari della Comunione. A presiedere la celebrazione eucaristica è stato il vescovo dei Marsi, che durante l’omelia ha richiamato con forza il senso autentico di un ministero spesso poco compreso ma centrale per la vita delle comunità.
«Il rinnovo del mandato ai ministri straordinari della Comunione», ha esordito il vescovo, «segna un momento significativo per la nostra Chiesa diocesana, al termine di un percorso di formazione che ringrazio Padre Carmine Terenzio per aver accompagnato con dedizione e competenza». Una celebrazione solenne, concelebrata proprio da Padre Carmine Terenzio, che in questi mesi ha curato la formazione dei ministri per conto della diocesi.
Il vescovo ha subito chiarito che il servizio dei ministri straordinari non può essere ridotto alla sola distribuzione dell’Eucaristia durante le celebrazioni. «Non portate semplicemente un gesto rituale», ha sottolineato, «ma la vicinanza della Chiesa e il Signore che si fa prossimo, soprattutto a chi è malato, anziano o solo». Un ministero che trova il suo cuore nelle case, negli ospedali, accanto a chi non può partecipare alla Messa domenicale.
Durante l’omelia, il vescovo ha richiamato le tre immagini evangeliche che hanno scandito il percorso formativo vissuto nel tempo di Avvento: il Buon Samaritano, il chicco di grano che muore per portare frutto e il dialogo di Gesù con la Samaritana al pozzo. «È una carità che non passa oltre», ha detto riferendosi al Samaritano, «una carità concreta, fatta di premura e attenzione verso i fratelli più fragili».
Il percorso di formazione ha coinvolto complessivamente cento ministri straordinari della Comunione, tra rinnovi e nuovi ingressi. I nominativi sono stati indicati dai parroci delle varie comunità della diocesi dei Marsi. Ieri pomeriggio, nei locali del Seminario vescovile di Avezzano, si è svolto il secondo appuntamento del corso triennale, che proseguirà anche nei prossimi anni con ulteriori momenti di approfondimento e verifica.
Nel corso della celebrazione odierna è stato rinnovato il mandato a 75 ministri già in servizio, ai quali è stato consegnato il nuovo tesserino, valido per tre anni. I 25 nuovi ministri riceveranno invece il tesserino durante le celebrazioni pasquali. Un segno concreto di un cammino che non si esaurisce in un gesto formale, ma che prevede una formazione continua nel tempo.
«Il ministero che oggi rinnovate», ha ricordato ancora il vescovo, «non è un onore ma una responsabilità; non è protagonismo ma umiltà». Un servizio chiamato a svolgersi nel silenzio e nella discrezione, «come il chicco di grano che si consuma perché altri possano nutrirsi del Pane di vita».
Ampio spazio è stato dedicato anche alla dimensione dell’ascolto. «Entrate nelle case, negli ospedali, nelle situazioni ferite della vita», ha affermato il presule, «e lì siete chiamati non solo a distribuire l’Eucaristia, ma a essere presenza che ascolta e accoglie». Il dialogo, ha ricordato, «è la prima forma di carità».
Nel concludere l’omelia, il vescovo ha affidato i ministri alla grazia del Signore e alla custodia della Chiesa, invitandoli a essere «uomini e donne eucaristici, plasmati da ciò che portano». Un richiamo che si intreccia con il tempo liturgico dell’Avvento e del Natale: «In un tempo segnato da inquietudini e paure, il Natale ricorda che Dio non si stanca di venire incontro all’uomo e ci invita a diventare segni di speranza, artigiani di pace».
La celebrazione si è conclusa con l’affidamento alla Vergine Maria, «donna dell’attesa e del dono», perché insegni alla Chiesa dei Marsi a riconoscere il Signore che viene e a portarlo agli altri «con semplicità e gioia». Un mandato che, da oggi, torna a essere consegnato a chi quotidianamente lo vive nei luoghi più fragili della vita.
Omelia del vescovo dei Marsi
Carissimi, in questo contesto di ascolto della Parola, oggi la nostra Chiesa diocesana vive un momento significativo: il rinnovo del mandato ai ministri straordinari della Comunione, al termine di un percorso di formazione guidato da Padre Carmine Terenzio, che ringrazio per la dedizione e la competenza con cui ha accompagnato questo cammino.
Il percorso che avete vissuto si è lasciato illuminare da tre immagini evangeliche molto forti e che parlano a tutti. La prima è quella del buon samaritano, che si china sul ferito lungo la strada. È l’immagine di una carità che non passa oltre, che non resta spettatrice del dolore, ma si ferma, tocca, si fa carico. Ogni volta che portate l’Eucaristia a un fratello o a una sorella, soprattutto a chi è malato, anziano o solo, siete chiamati ad avere lo stesso sguardo compassionevole di Cristo.
Non portate semplicemente un gesto rituale: portate la vicinanza della Chiesa, portate il Signore che si fa prossimo. Tutti noi siamo chiamati a vivere una carità non astratta ma concreta, fatta di premura, cura e attenzione soprattutto verso i fratelli più fragili.
La seconda immagine è quella del chicco di grano che muore per portare frutto. È una parola esigente, che ci ricorda come ogni autentico servizio ecclesiale passi attraverso il dono di sé. Il ministero che oggi rinnovate non è un onore, ma una responsabilità; non è protagonismo, ma una forma concreta di umiltà. Come il chicco di grano, siete chiamati a consumarvi nel silenzio, nella fedeltà, nella discrezione, perché altri possano nutrirsi del Pane di vita. Mai la carità deve farsi esibizionismo o protagonismo.
La terza immagine è Gesù che dialoga con la samaritana al pozzo. È l’icona di un incontro che ridona dignità, che riapre alla speranza, che disseta una sete profonda. Anche voi, ministri straordinari della Comunione, spesso entrate nelle case, negli ospedali, nelle situazioni ferite della vita. Lì siete chiamati non solo a distribuire l’Eucaristia, ma a essere presenza che ascolta, che accoglie, che riflette il volto misericordioso di Cristo. Il dialogo è la prima forma di carità che siamo chiamati a vivere verso i nostri fratelli.
Questo servizio è, in modo particolare, un prolungamento della carità stessa di Cristo. È il suo amore che continua a farsi pane spezzato e donato. Ed è anche un segno visibile della comunione che lega tutti i membri del Corpo ecclesiale: nessuno vive la fede da solo, nessuno è dimenticato, nessuno è ai margini della comunità. Attraverso di voi, la Chiesa dice: “Tu sei parte di noi, tu sei prezioso”.
Carissimi ministri, nel rinnovare oggi il vostro mandato, vi affido nuovamente alla grazia del Signore e alla custodia della Chiesa. Siate uomini e donne eucaristici, plasmati da ciò che portate: il Corpo di Cristo. Lasciate che sia Lui a formare il vostro cuore, i vostri gesti, le vostre parole.
Sarà vero se sapremo accogliere Gesù come Giuseppe: con fiducia, con disponibilità, con il desiderio di fare spazio a Dio nella nostra vita.
In un tempo segnato da inquietudini, paure e divisioni, il Natale ricorda che Dio non si stanca di venire incontro all’uomo. Invita a diventare anche noi segni di speranza, artigiani di pace, testimoni di una carità concreta e quotidiana.
Affidiamo questo cammino alla Vergine Maria, donna dell’attesa e del dono. Lei ci insegni a riconoscere il Signore che viene e a portarlo agli altri, con semplicità e gioia.








