Avezzano. Si è chiuso il 16 dicembre, con il terzo e ultimo incontro in calendario, il progetto “Avezzano, Città che legge – Il labirinto”, dedicato a Umberto Eco e al romanzo “Il nome della rosa”, ospitato presso la Casa circondariale “San Nicola” di Avezzano. Un percorso strutturato e ad alto valore culturale, capace di trasformare la lettura in occasione di confronto, ascolto e crescita condivisa.
L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Avezzano in collaborazione con la cooperativa Cultura Mirabilis, con il coinvolgimento degli istituti superiori “Majorana” e “Galilei” di Avezzano e il supporto dell’associazione Proteo. Nell’ambito del progetto, il Comune ha inoltre donato alla Casa circondariale 25 volumi, rafforzando concretamente l’impegno per la diffusione della lettura anche in contesti complessi.
La scelta di affrontare Il nome della rosa ha favorito riflessioni articolate, intrecciando mistero, filosofia e vissuti personali. Centrale il tema dell’evoluzione della lingua, intesa come organismo vivo, capace di mutare nel tempo e di restare strumento di libertà, dialogo e incontro.
Le parole si sono trasformate in ponti tra storie, generazioni ed esperienze diverse, facendo della lettura uno spazio comune di riconoscimento reciproco e partecipazione attiva.
A suggellare il clima di condivisione, il canto collettivo di brani natalizi, accompagnato musicalmente da uno studente dell’istituto “Majorana”, ha segnato un momento di forte impatto emotivo, trasformando la riflessione in emozione e la cultura in comunità.
I tre appuntamenti si sono svolti nei giorni 2, 9 e 16 dicembre all’interno della Casa circondariale di Avezzano. Hanno partecipato sette studenti dell’istituto “Majorana” e sette dell’istituto “Galilei”, accompagnati dalle professoresse Pamela Naddeo, Roberta Bonaldi e dalla professoressa Marilena Emili, impegnata anche in attività di volontariato presso il carcere.
Le giornate sono state ideate e condotte dal professore Giovanni De Pratti, dell’associazione Proteo di Avezzano, che ha guidato studenti e ospiti della struttura detentiva in un percorso di lettura e interpretazione dell’opera di Umberto Eco.
Un ringraziamento particolare va alla direttrice della Casa circondariale, dottoressa D’Orazio, per la disponibilità e l’attenzione dimostrate nell’ospitare l’iniziativa.









