Avezzano. A 24 ore dall’apertura dei seggi per le primarie di coalizione di centrosinistra Giuseppe Di Pangrazio, consigliere regionale del Pd, commenta l’impatto del modello delle primarie nei confronti della politica nazionale e locale. “Manca poco al voto delle primarie”, ha spiegato nella sua nota, “un evento che sta rappresentando in Italia una vera rivoluzione politica. Il mio riferimento non è ovviamente alla parte che è continuamente sotto i riflettori, e che rientra in una logica più giornalistica, ma a quella invisibile fatta di sudore, lavoro e passione da parte di giovani, donne, volontari e politica locale. E’ forse questo l’aspetto meno conosciuto ma più profondo delle primarie. Al di là del lato promozionale e competitivo, che è proprio di ogni sfida elettorale, a colpirmi è stata la grande vitalità che volontari, ragazzi e cittadini hanno mostrato nel partecipare ai dibattiti e agli incontri che ciascun comitato ha organizzato in tutta la Regione. In tutto il territorio regionale abbiamo assistito a iniziative di indubbio interesse, in grado di favorire una numerosa e appassionata partecipazione, in grado di saldare nuovamente un rapporto di fiducia tra classe politica e società civile. Un rapporto distrutto negli ultimi anni dall’eccessiva personalizzazione della scena politica, da un uso ad personam della cosa pubblica e da un conseguente ribaltamento dei valori. La presenza di diversi punti di vista interni, di modi differenti di interpretare e analizzare lo scenario sociale e le relative risposte, sono il sintomo del grande lavoro che si sta svolgendo. Basta girare lo sguardo per capire come lo stesso metodo, applicato con superficialità e mero calcolo statistico, finisca per diventare uno strumento di conta interna, senza la minima attenzione a temi e programmi, provocando, così, un danno al partito stesso. Per quanto riguarda la nostra Regione, credo che il pregio più grande di questa iniziativa sia di aver posto al centro i veri bisogni, le vere problematiche del territorio. Da Avezzano a Sulmona sino a Pescara il dibattito avvenuto nei circoli ha posto in primo piano le istanze locali, favorendo così un maggiore attenzione e partecipazione. Sono le stesse istanze che dovranno essere interpretate e sintetizzate nel modello nazionale. Solo in questo modo potremo incidere seriamente sul cambiamento. E’ proprio questo l’aspetto di rinnovamento di cui la politica ha bisogno. Un movimento di idee e progetti che parta dalle realtà locali, per esprimersi successivamente negli alti contesti istituzionali. L’errore che non dobbiamo assolutamente commettere è quello di subire acriticamente le indicazioni dei rappresentanti nazionali, molti intervenuti in Abruzzo in queste settimane. Quello è un formato che fa parte di un modo ormai obsoleto di fare politica, e che dobbiamo assolutamente evitare di ripetere. Se si vuole tornare a un rapporto genuino tra politica e cittadino occorre lavorare per invertire una volta per tutte la direzione. Non più modelli imposti dall’alto su aree geograficamente e sociologicamente differenti, ma modelli che siano il frutto delle necessità e dalle risposte locali dei territori. Le primarie ci hanno dato questa importante opportunità. Se riusciremo a troncare i lati negativi e a mantenere invece vivi i legami con la realtà e i bisogni locali, potremmo finalmente dare nuova vita alla politica, ricucendo lo strappo che i modelli del passato hanno causato con i protagonisti della stessa attività politica: i cittadini”.