Pescasseroli. Doppio appuntamento al Teatr Wielki w Łodzi per il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, con il primo tassello della trilogia verdiana, Rigoletto: venerdì 28 novembre alle ore 18.30 e domenica 30 alle 17. Una produzione firmata dal regista Paolo Bosisio, che vedrà nel ruolo del titolo Mateusz Michałowski, con al suo fianco Hanna Okońska nelle vesti di Gilda, mentre Sebastian Mach interpreterà il Duca di Mantova.
Venerdì 28 novembre, alle ore 18.30, il sipario del Teatr Wielki di Łódź, in Polonia, si alzerà su uno dei titoli più amati del repertorio verdiano. Un cast di prestigio per un allestimento tradizionale, carico delle stratificazioni maturate in 174 anni di rappresentazioni, nella lettura della partitura e nella regia affidate rispettivamente al Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli — alla guida dell’orchestra e del coro maschile, preparato da Maciej Salski e Rafał Wiecha — e a Paolo Bosisio, con le scene di Domenico Franchi e i costumi di Zuzanna Markiewicz.
“Sono veramente felice – ha rivelato il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli – di essere qui in Polonia, tra strumentisti e cantanti di estrema professionalità. Rigoletto è una delle opere verdiane che più mi appassiona: l’espressione e lo scavo dei personaggi è chiaro e indelebile, la musica forse mai fu così eloquente per delineare luoghi, situazioni, pensieri e disperazioni. Resto un direttore pucciniano, ma il taglio emozionale, in particolare nella casa di Rigoletto e nel finale, non è lontanissimo da ciò che poi saranno le gemme del genio toscano”.
La trama è nota: caratteri e ambienti prendono vita con la forza di eventi naturali. Il Duca di Mantova, interpretato dal tenore Sebastian Mach, appare figura brillante, ammirevole, coerente persino nell’antipatia suscitata dai suoi costumi. Va collocato nel contesto della corte creata da Verdi, che ridusse e trasformò gli spazi della reggia di Francesco I di Francia — invisa alla censura veneziana, insieme alla gobba di Rigoletto e al sacco di Gilda, che Verdi volle mantenere — rendendo l’ambientazione più funzionale alla drammaturgia: un microcosmo compresso, dove i personaggi sembrano respirare accanto allo spettatore.
La corte è tratteggiata efficacemente già nel primo atto, vero laboratorio della vicenda. La vanità dei cortigiani è appesantita da una rudezza quasi contadina che il dongiovannismo del Duca tenta di mascherare con un sentimentalismo che avvicina la sua figura alla Gilda di Hanna Okońska, “colombella garrula”, cui l’interprete dona vocalità limpida e flessibile. I cortigiani, che Verdi tratteggia con una mentalità collettiva figlia dell’opera buffa, vengono colpiti dalla maledizione dell’aristocratico Monterone (Robert Ulatowski), preludio al destino di Rigoletto, interpretato da Mateusz Michałowski: personaggio segnato, sospeso fuori dal tempo.
Gilda, come vittima innocente, oscilla tra un’improbabile felicità e la sua sorte tragica, resa con struggente fragilità nei vocalizzi di “Caro nome”. È un personaggio del primo romanticismo, incapace di sopravvivere alla brutalità moderna. Tutto trova sintesi perfetta nel celebre quartetto, costruzione classica del Romanticismo che si infrange poi nel temporale: una tregenda sonora, attraversata dai lamenti e dall’arrivo del killer Sparafucile, interpretato da Rafał Pikała.
La scena si sposta quindi sul limite della coscienza, tra vicoli bui, rivelazioni e disperazione. Gilda cade sotto lo “strale” della “giusta vendetta” del padre, che attira su di sé l’ennesima punizione divina. Ironia tragica: persino il Duca si salva nella simpatia del pubblico, mentre Rigoletto resta solo con il suo dolore.
Completano il cast Olga Maroszek (Giovanna), Witold Tomczyk (Marullo), Marcin Ciechowicz (Matteo Borsa), Andrzej Staniewski (Conte di Ceprano), Joanna Śmiałkowska (Contessa di Ceprano), Agata Rawska (paggio) e Romuald Kisielewski (Ufficiale giudiziario/Guardia). Le danze dell’opera — il Minuetto e il Perigordino — saranno coreografate da Bogumiła Szaleńczyk.
Replica domenica 30 novembre alle ore 17.







