Avezzano. Una mattinata ricca di significato e cultura ha visto il Liceo Classico “A. Torlonia” condividere il palcoscenico della sala Irti, il salotto culturale di Avezzano, con il Liceo Scientifico “M.V. Pollione”.
L’occasione era un evento speciale inserito nel progetto “Città che Legge”, intitolato: “Uscire dal labirinto”.
Si è trattato di un’iniziativa resa possibile grazie alla sinergia tra l’amministrazione comunale e ben ventidue partner, tra enti pubblici e privati.
A presentare l’evento, che ha visto come protagonisti gli studenti della 4^D del “Torlonia”, Carmen Limatola dell’associazione culturale Jazz Music. A portare il saluto istituzionale è stata la dottoressa Marika Di Pangrazio, responsabile delle politiche scolastiche del Comune.
I ragazzi, emozionati davanti ad un pubblico di coetanei, hanno interpretato un testo originale, scritto dalla nostra professoressa Emanuela Mastroddi, interamente dedicato al mito di Teseo e Arianna.
Il progetto, organizzato in collaborazione con Alessandra Mancinelli e Maria Rita Rantucci della cooperativa Cultura Mirabilis, ha saputo intrecciare la tradizione classica con l’innovazione, offrendo una lettura originale del mito fino a toccare il tema dell’intelligenza artificiale.
Un plauso speciale agli interpreti: Angelica Ippoliti, Camilla Lippa, Claudia Di Pasquale, Gloria Di Felice, Liliana Amadoro, Mauro Panunzi, Nicole Crocenzi, Pietro Cidonio. Un ringraziamento particolare alla nostra dirigente scolastica, Annamaria Fracassi, e a Lucrezia Cicchinelli e a Erika D’Orazio per il prezioso contributo offerto nella realizzazione della brochure.
«Avete tra le mani un po’ di cuore, vale a dire le riflessioni che abbiamo fatto su questo mito», ha dichiarato la professoressa Mastroddi. «Di solito viene interpretato in maniera negativa; noi, invece, ne abbiamo dato una lettura più filologica: osare, lasciare il segno, come, del resto, vuole l’etica eroica. È stato un esperimento metateatrale, che ha risemantizzato il mito e gli oggetti di scena, volutamente minimalisti, ai fini di una riflessione sulla scuola e sul processo di crescita e sul passaggio all’età adulta, che comporta necessariamente disobbedienze, errori, morte di quello che si era, per costruire una nuova identità. In tal senso», ha concluso, «vanno anche le riflessioni sulla brochure, interamente realizzata in istituto. In fondo, anche nel teatro antico, la rappresentazione non era naturalistica: il mito era solo un alfabeto usato, di volta in volta, per dire parole nuove.
Siamo orgogliosi di come i nostri studenti continuino a dimostrare che il classico è vivo, attuale e capace di far riflettere sulla contemporaneità».







