Avezzano. “Abbiamo letto con attenzione e rispetto l’appello del Comitato di quartiere di Via Francesco Amorosi, che chiede al Comune di intervenire su una situazione di grave e prolungato abbandono urbano” afferma Rosalia Tangredi, referente di Sinistra Italiana – AVS area Marsica.
“È una voce che non possiamo ignorare, perché non parla soltanto di buche, marciapiedi e fogne intasate: parla di dignità, di uguaglianza, di quella giustizia civile che è fondamento di ogni buona amministrazione” prosegue.
“Via Francesco Amorosi, a vent’anni dalla sua urbanizzazione, continua a vivere senza illuminazione pubblica, senza marciapiedi, senza un manto stradale degno di questo nome” sottolinea Tangredi. “Nel frattempo, i cittadini pagano regolarmente le tasse, i rifiuti vengono raccolti, e i bambini del Centro San Domenico percorrono una strada pericolosa, priva di sicurezza. È un’immagine che racconta molto più di una disfunzione tecnica: racconta una frattura sociale” dichiara.
“Le disuguaglianze urbane non sono soltanto quelle economiche: si misurano nel silenzio con cui si accetta che alcuni vivano in uno spazio incompiuto, in un non-luogo” aggiunge. “Ecco, Via Francesco Amorosi è proprio questo: l’incompiuto civile di una città che, per troppe volte, ha dimenticato i suoi margini” afferma.
“Come Sinistra Italiana – AVS area Marsica facciamo nostre le richieste del Comitato di quartiere e chiediamo con fermezza un intervento immediato per sistemare la rete fognaria, realizzare i marciapiedi lungo via F. Ruggieri e completare l’asfaltatura con un impianto di illuminazione pubblica dignitoso” ribadisce Tangredi.
“Non sono pretese, ma diritti. Non sono lamentele, ma richieste di giustizia quotidiana” evidenzia.
“Una città giusta non è quella che si compiace delle sue opere visibili, ma quella che non dimentica le sue periferie, le sue vie ‘minori’, i suoi cittadini più esposti” conclude Tangredi. “Chiediamo al Comune di Avezzano di ascoltare, di agire, e di restituire ai cittadini di Via Francesco Amorosi ciò che spetta loro: il diritto di vivere in una città intera, non divisa”.








