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Quer pasticciaccio brutto del bando regionale: rigenerazione urbana o rigenerazione di fiducia?

Diversi Comuni presenteranno nei prossimi giorni un ricorso per fare chiarezza sui fondi assegnati

Pietro Guida di Pietro Guida
19 Ottobre 2025
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L’Aquila. Sembra il titolo di un romanzo di Gadda, ma purtroppo è cronaca amministrativa. “Quer pasticciaccio brutto della rigenerazione urbana” non si consuma stavolta in un tetro palazzo al civico 219 di via Merulana, vicino al Colosseo, ma negli uffici della Regione Abruzzo, dove un bando per i fondi destinati ai piccoli Comuni ha scatenato una tempesta di dubbi, sospetti e protocolli lampo. Nei giorni scorsi la polemica aveva sollevato molti interrogativi. Ora la situazione sembra ancora fuori controllo. Una vicenda che arriva quasi in contemporanea con un altro caso contestato, il cosiddetto “click day”.

Ma cosa era successo nel click day? C’erano state contestazioni e roventi polemiche sollevate dal senatore Luciano D’Alfonso. Tanto che la Regione Abruzzo ha annullato l’avviso, pubblicandone uno nuovo. Si tratta dell’accesso al fondo della legge n.145 del 30 dicembre 2018 che per il 2026 ha assegnato all’Abruzzo 8,2 milioni di euro per opere di manutenzione straordinaria delle infrastrutture, strade, ponti, colline a rischio frana, impianti, con progetti da finanziare fino a un massimo di 500mila euro. Tutto è cominciato quando, nel giro di pochi minuti dalla pubblicazione online, alcune domande sarebbero già arrivate complete di tutto: progetti, firme, allegati e magari anche un pizzico di fiuto politico. Un’efficienza supersonica degna di ammirazione, se non fosse che qualcuno, tra opposizioni e cittadini, sospetta che più che di velocità si tratti di… preavviso. Il resto, come spesso accade, è un intreccio di dichiarazioni, giustificazioni e indignazioni. E così è sembrato che da un lato ci fosse chi corre per vincere e dall’altro chi, a quanto pare, parte già dal traguardo. La rapidità con cui alcuni Comuni hanno presentato domanda ha suscitato più di un sopracciglio. Il bando, pubblicato alle 15 di un tranquillo lunedì pomeriggio, ha visto comparire protocolli già pieni di allegati e progetti nel giro di pochi minuti. Troppa efficienza? O semplice preveggenza digitale? E così alcuni comuni, forse vicini alla maggioranza regionale, si sarebbero ritrovati a sorpassare comuni politicamente più distanti e che prima erano più in alto nella graduatoria. Il senatore del Pd Luciano D’Alfonso non ha usato mezzi termini: “I fondi pubblici non sono premi per amici”. E ha rincarato, con sarcasmo amaro: “È mai possibile che ci siano Comuni tanto virtuosi da avere un dipendente pronto, alle 15 di un lunedì pomeriggio non lavorativo, a cliccare il tasto di invio appena apparso il bando?”. Altro che giallo Gaddiano, sembra un’ipotesi che suona più da commedia che da amministrazione. Il punto critico è la regola del “chi prima arriva meglio alloggia”, inserita nel testo dell’avviso. Le domande, infatti, sarebbero state valutate in ordine cronologico, facendo fede l’orario di protocollazione. D’Alfonso parla di “Tac amministrativa” da fare alla Regione, evocando l’immagine di un Abruzzo in cui “le perle vanno a pochi e le briciole agli altri”. La richiesta era chiara: azzerare tutto e ripartire. Stavolta non dalla velocità di connessione, ma dai bisogni reali dei territori. E così è stato.

Ora però scoppia un nuovo caso, sempre legato a bandi per i piccoli comuni. Molti comuni di area opposta a quella della Regione stanno preparando ricorso perché, a loro dire, la commissione avrebbe assegnato i 25 punti a disposizione ad amministrazioni comunali vicine al governo regionale. Si tratta dei finanziamenti per la rigenerazione urbanistica. Accuse che dovranno essere tutte dimostrate in sede legale e amministrativa. Ma la polemica resta.

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La vicenda si è però infiammata ulteriormente dopo il post social di Benedetta Fasciani, dirigente regionale e al tempo stesso esponente di Fratelli d’Italia, che ha ringraziato pubblicamente il presidente Marco Marsilio per i fondi ottenuti dal suo Comune, Tagliacozzo. La notizia, apparsa a molti già di per sé poco sobria per un ruolo tecnico, avrebbe scatenato un vespaio anche dentro la stessa maggioranza. L’accusa implicita: confondere il profilo istituzionale con quello politico.

Ma cosa avrebbe scritto in realtà la Fasciani?

Il testo è questo: “Buone notizie per Tagliacozzo“.
Una affermazione apparsa sulla condivisione di un post del circolo cittadino di Fratelli d’Italia Tagliacozzo che citava:
“OTTIMO RISULTATO PER TAGLIACOZZO
Grazie al bando della Regione Abruzzo sulla riqualificazione urbana, il Comune di Tagliacozzo risulta beneficiario di un contributo di 1.500.000,00 euro per la riqualificazione urbanistica dell’area compresa tra via Campo Sportivo, via Lungo Miele e via Cavour.  Un’opera strategica per il miglioramento del tessuto urbano e della qualità della vita dei cittadini.  Grazie all’amministrazione regionale guidata dal Presidente Marsilio sempre vicina ai bisogni dei piccoli comuni e delle aree interne. Forza Tagliacozzo”.

A puntare il dito su queste dichiarazioni è stato il segretario del circolo Pd di Tagliacozzo, Franco Salvatori, che ha espresso “seria preoccupazione” al riguardo per una gestione che, dice, “dovrebbe basarsi su criteri oggettivi e comparativi, non su indirizzi dei vertici politici”. E aggiunge con tono civile ma tagliente: “Mi chiedo come reagisca un cittadino di fronte a tutto questo: forse perdendo fiducia nelle istituzioni e disertando le urne, fonte battesimale della democrazia?”.

Dall’entourage della Fasciani però si dicono sorpresi di questa presa di posizione sostenendo che dire “Buone notizie per Tagliacozzo” non significa che le commissioni non abbiano adottato criteri oggettivi.

Ma al di là di questa controversia, che appare ora secondaria, più seria sembra l’imminente ricorso che una decina di Comuni presenteranno nelle prossime ore.

La domanda resta sospesa, insieme al dubbio. Perché se da un lato è giusto concedere il beneficio della buona fede (perché nessuno può accusare senza prove), dall’altro la coincidenza tra punteggio ottenuto e appartenenze politiche odora di déjà vu. E non di quelli che fanno nostalgia. Nessuno nega che la Regione, guidata da Marsilio, e in questo caso la commissione, possa aver agito nel rispetto delle regole. Ma quando le regole sembrano costruite per premiare chi la pensa come te, allora la partita è falsata in partenza. Tutto da dimostrare. I ricorsi faranno il loro corso.

Solo la giustizia potrà cancellare i sospetti, e restituire ai Comuni la sensazione di vivere in una Regione dove il colore politico non vale più del merito.

In fondo, la rigenerazione più urgente non è quella urbana. È quella della fiducia.

Tags: abruzzoNews

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