Avezzano. Scuola di San Pelino, il Comune: no al teatrino politico. Ecco le foto della bonifica.
“Altro che inadempienza, altro che immobilismo. Sul cantiere della scuola di San Pelino la realtà è chiara: l’amministrazione ha agito, ha pulito, ha bonificato, ha chiuso e ha ottenuto un milione e mezzo per il nuovo progetto. Punto”. Lo rende noto l’amministrazione comunale di Avezzano.
“A dirlo non sono solo le carte, ma le immagini e i report che il Comune ha messo nero su bianco per smontare l’ennesimo tentativo di speculazione politica su un cantiere per il quale, com’è noto, si deve attendere il nulla osta della Soprintendenza, essendo l’edificio più vecchio di 70 anni. Una norma”, sottolineano da palazzo di città, “su cui si può anche non essere d’accordo, ma che oggi (purtroppo) è scritta nella normativa nazionale”.
“Ecco i fatti. Mentre gli uffici procedevano alla redazione del nuovo progetto e dopo la segnalazione della Asl del 7 luglio, il comune ha affidato a una ditta specializzata gli interventi di pulizia e disinfestazione. Immediatamente sono scattati gli interventi: porte sbarrate con tavole chiodate, varchi chiusi con rete elettrosaldata, cancelli serrati con catene e lucchetti. Una messa in sicurezza in piena regola.
Eppure, nonostante ciò, qualcuno ha pensato bene di forzare i sigilli, violare il cantiere. Da qui la denuncia contro ignoti fatta dal dirigente dei lavori pubblici Antonio Ferretti alle forze dell’ordine: se qualche sprovveduto entra in quell’area, magari per fotografare e alimentare la narrazione del degrado, commette un reato, perché l’area è chiusa. Fine della storia. Se oggi qualcuno rischia di farsi male, non è certo per colpa del Comune, ma per l’imprudenza di chi, abusivamente, decide di varcare i cancelli di un cantiere”.
“La polemica riportata dalla stampa a seguito del solito intervento del consigliere di minoranza Tiziano Genovesi sfrutta una nota della Asl che ha chiesto un intervento di pulizia per l’ingresso di piccioni e altre situazioni riportate nella comunicazione dell’Azienda sanitaria”, hanno continuato gli amministratori cittadini.
“La posizione dell’amministrazione è chiara. Le pulizie sono state effettuate ma sono solo palliativi. Bisogna fare la scuola! Fare una scuola bella, moderna e sicura come l’amministrazione ha fatto per gli altri quartieri! Il problema è che per procedere serve il nulla osta della Soprintendenza. I residenti chiedono ciò che spetta loro e il Comune, dal canto suo, non ha nessuna intenzione di lasciare così la situazione.
Ecco, in sintesi, la vicenda. Sul manufatto di San Pelino era stato avviato un intervento di miglioramento sismico, poi sospeso per difformità della situazione reale riscontrata da quella ipotizzata dai vecchi tecnici. L’amministrazione ha, quindi, fatto realizzare un progetto firmato dall’architetto Andrea Gratteri – professionista con un curriculum di tutto rispetto nel restauro – e le carte sono state depositate immediatamente in Soprintendenza. Perché? Per garantire la sicurezza e realizzare un’opera all’altezza delle esigenze dei bambini, delle famiglie e dei docenti e dei docenti.
Ma qui sta il problema. Per il nuovo progetto la legge impone il nulla osta perché l’immobile ha più di 70 anni. In municipio ci si aspettava un via libera più rapido, anche perché – prima ancora del deposito formale – il progetto era stato condiviso e discusso con gli uffici della Soprintendenza proprio per evitare intoppi. Lo confermano i colloqui diretti tra il sindaco Giovanni Di Pangrazio e la soprintendente Cristina Collettini: un lavoro impostato con spirito di collaborazione, per prevenire sorprese in un iter già di per sé complesso”.
“Abbiamo fatto per la sicurezza e la bellezza delle nostre scuole quello che nessuno ha realizzato in Italia – commenta il consigliere comunale Ignazio Iucci– e intendiamo completare l’opera. Ma sulle norme che bloccano gli edifici solo perché hanno qualche anno, senza distinguere tra valore storico e semplice vetustà, serve una modifica. Credo che certe regole siano state scritte da chi non ha mai amministrato un comune. Per quanto riguarda la solita speculazione politica, è grave che si alimentino dubbi sulla sicurezza di chi entra in un cantiere in cui non deve entrare. I cittadini che vogliono la scuola hanno mille ragioni, ma chi entra lì magari per alimentare la narrazione del degrado rischia la denuncia”.
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