Avezzano. Il protagonismo giovanile per la pace: dalla Marsica un segnale forte sulla questione palestinese.
Anche gli studenti della Marsica hanno risposto con forza e consapevolezza alla giornata di mobilitazione nazionale, scendendo in piazza insieme a migliaia di giovani in tutta Italia per denunciare la tragedia in corso nei territori occupati e a Gaza.
La loro voce si è unita a quella dei tanti che chiedono la fine delle complicità istituzionali, l’interruzione della fornitura di armi e la cessazione di ogni collaborazione tra scuole, università e aziende del comparto bellico. Un messaggio chiaro: la formazione deve restare uno spazio di crescita civile e culturale, non un ingranaggio nella catena di produzione di strumenti di guerra.
Il protagonismo giovanile che abbiamo visto nelle piazze italiane – e in Piazza Risorgimento ad Avezzano – rappresenta una straordinaria lezione di coscienza civile e politica. I ragazzi e le ragazze hanno dimostrato di essere consapevoli delle responsabilità che gravano sul nostro Paese e, a differenza di chi sceglie il silenzio o la polemica sterile, hanno preso posizione: hanno detto basta alla violenza e alle brutalità che colpiscono civili innocenti, rivendicando il diritto universale alla pace e alla giustizia.
La questione palestinese, troppo spesso relegata a un conflitto lontano, è stata riportata al centro del dibattito grazie al coraggio delle nuove generazioni, che hanno saputo trasformare lo sciopero e la protesta in un atto di solidarietà concreta. La loro partecipazione non è solo un gesto simbolico, ma un invito a tutta la società italiana ad assumersi la responsabilità di stare dalla parte giusta della storia, quella del rispetto dei diritti umani e della nonviolenza.
Condanniamo con fermezza le azioni di pochi teppisti che, a Milano, hanno cercato di offuscare il significato profondo di questa giornata: ciò che ha riempito le piazze d’Italia non è stata la violenza, ma la speranza, la determinazione e la maturità di una generazione che non vuole restare indifferente.
Ai giovani va riconosciuto un plauso autentico: con la loro partecipazione hanno ridato senso a parole come giustizia, pace, solidarietà. Hanno gridato che il silenzio equivale a complicità e che il futuro può e deve fondarsi sulla dignità di ogni essere umano.
Il messaggio che arriva da questa mobilitazione è potente: i diritti umani non sono negoziabili, e i giovani italiani hanno scelto di farsene custodi. È da questa consapevolezza che può nascere una società più giusta, in cui la pace non resti un’utopia ma diventi un principio imprescindibile di convivenza.
“Stiamo dalla parte giusta della storia” – lo slogan che ha unito studenti da nord a sud – non è soltanto un grido di piazza ma un impegno collettivo che interpella ciascuno di noi.
Rosalia Tangredi – portavoce area Marsica Sinistra Italiana- AVS