Celano. “La scuola Beato Tommaso presenta oggi standard di sicurezza ridotti e, a questa criticità, si aggiunge un decreto ingiuntivo emesso dal Tribunale di Avezzano. Di fronte a questioni così rilevanti, la giunta comunale non ha finora fornito chiarimenti adeguati, lasciando irrisolti dubbi e preoccupazioni nella comunità scolastica e cittadina. Intanto, ulteriori 40mila euro vengono spesi dalle casse comunali per saldare il debito e le spese legali”.
Lo afferma il segretario del Pd di Celano, Ermanno Natalini, che aggiunge:
Il decreto ingiuntivo – “Nelle settimane scorse il Tribunale di Avezzano ha emesso un decreto ingiuntivo nei confronti del Comune di Celano, imponendo di pagare oltre 35mila euro a favore di una ditta appaltatrice impegnata nella realizzazione della scuola Beato Tommaso di via La Torre.
A questa somma si aggiungono ulteriori 5.500 euro, necessari per coprire le spese legali per presentare l’opposizione al decreto. Dobbiamo rilevare aspetti molto significativi: è noto che il decreto ingiuntivo rappresenta l’accertamento dell’esistenza di un credito certo, liquido ed esigibile. In altre parole, sembrerebbe che il Comune non abbia rispettato gli impegni contrattuali, costringendo la ditta a rivolgersi al tribunale per ottenere il dovuto.
Non si tratta quindi di un aspetto trascurabile: la vicenda solleva gravi interrogativi. Perché il Comune non ha contestato eventuali difformità o criticità dei lavori prima che la situazione arrivasse in tribunale? E perché oggi, oltre al pagamento dovuto, i cittadini devono sostenere anche le spese legali? Non solo chi lavora si trova costretto a rivolgersi ai giudici per vedere riconosciuti i propri diritti, ma la comunità ne subisce le conseguenze pagando i costi aggiuntivi”.
I livelli di sicurezza ridotti – “L’edificio, inoltre, a pochi mesi dalla sua inaugurazione, ha subito una riduzione dei livelli di sicurezza antincendio, passando dalla categoria di tipo 3 a quella inferiore di tipo 2.
Non si tratta di una semplice variazione burocratica, ma di un vero e proprio abbassamento degli standard di prevenzione e sicurezza. A destare preoccupazione sono i motivi di questa variazione, che non sono mai stati resi noti. Con questa riclassificazione, inoltre, la scuola ha una capienza massima inferiore con possibili ripercussioni sull’organizzazione scolastica.
Resta inoltre da chiarire l’aspetto legato ai costi sostenuti: la scuola è stata progettata e realizzata per rispettare i più elevati parametri di sicurezza previsti per edifici scolastici di grandi dimensioni. Se oggi questi non vengono più garantiti, significa che le risorse pubbliche investite potrebbero non essere state utilizzate in modo conforme agli obiettivi iniziali? E, se invece la scuola era inizialmente prevista di tipo 2, perché è stata realizzata secondo gli standard di tipo 3, con maggiore impiego di risorse?”
“Questa vicenda,” conclude Natalini, “conferma la distanza tra gli annunci dell’amministrazione comunale e la realtà dei fatti: mentre si promettono opere moderne ed efficienti, la realtà restituisce contenziosi, ritardi, riduzione della sicurezza e spese extra che ricadono sui cittadini”.