Avezzano. LFoundry, lo stabilimento di Avezzano che per decenni ha rappresentato un punto di riferimento dell’industria elettronica nella Marsica, ha spento le attività il 19 agosto 2025. Il caso solleva preoccupazioni sul futuro dei lavoratori e dell’economia locale.
A intervenire è un comunicato sindacale, che descrive una storia lunga quasi 40 anni:
“Le condizioni per far sognare un Territorio, 37 anni fa e, provare ad immaginare che, Avezzano, nel tempo potesse assomigliare a San Jose (capitale della Silicon Valley americana), diciamo che c’erano quasi tutte: dalla spedizione di un centinaio di ragazzi (nel 1988) alla volta del Texas per imparare il mestiere e farli rientrare dopo un paio d’anni a fabbrica quasi ultimata, per iniziare ‘la favola’, fino alla fine del 2012!!!”
“Nel 2013, il volo senza paracadute dalla macchina volante LFoundry, un ‘aggeggio para-industriale’ creato a mestiere per ‘spegnere i sogni di generazioni di lavoratori’, costretti da un ricatto occupazionale a turni di 12 ore per 25 anni: ed ora abbandonati in mezzo alla strada, da una Dirigenza incapace e senza scrupoli, con la sola missione di chiudere la fabbrica.”
“I tanti soldi pubblici investiti, circa 600 miliardi di Lire fra finanziamento per costruire la fabbrica (AMOS 1), il mai decollato ‘consorzio Eagle’ che avrebbe dovuto sfornare 40 brevetti industriali all’anno con 400 tecnici e ingegneri, i corsi di formazione di 24 mesi (dal 1992 fino al 2004), la C.I.G.O., tanto C.d.S., le borse di studio, i progetti con le Università e tanto altro, fino allo spegnimento completo, l’ennesimo e, forse, il più pericoloso di sempre, l’altro ieri, 19.08.2025.”
“Chissà cosa penserebbe Massimo MICCOLI oggi, nel vedere in quale stato è ridotta l’attuale LFoundry? Dalla ‘preistoria industriale’, sono passati tanti anni, tante persone, tanti di milioni di dollari, tanti ricatti occupazionali, tanti stipendi, tante preoccupazioni, tanti ammortizzatori sociali, tante disavventure industriali e umane, 7 passaggi societari e un manipolo di persone furbescamente arricchitesi alle spalle di tutti!”
“Ma oggi, a fabbrica spenta, una domanda è ancora più d’obbligo: cosa faranno qualche migliaio di dipendenti e le loro famiglie, fra qualche mese tenuto conto che: Piano industriale: zero! Investimenti anno corrente: risibili! Nuovi prodotti con targa cinese: zero! Calo di produzione del 70% rispetto al 2024!! Disimpegno quasi certo del mono cliente (ON-Semiconductor)!! Il MIMIT: l’unica speranza di sopravvivenza?” Afferma il sindacato, che conclude: “È tempo di un radicale cambiamento nella governance: chi ha fallito deve essere messo da parte. È in gioco l’economia e il futuro, non solo della Marsica e, pare, sia chiaro a tutti.”