Scurcola Marsicana. “Non ci resta che piangere, avevano scritto bene Benigni e Troisi immaginando quel salto all’indietro verso il medioevo, “quasi millecinque”, che inizia da un passaggio a livello ferroviario eternamente chiuso.
Ecco, qui non siamo a Frittole ma a quanto pare nel medioevo sì, visto che per attraversare un semplice passaggio a livello, quello di Cappelle dei Marsi, ultimamente ci vogliono anche 25-30 minuti”. A raccontare cosa succede al passaggio a livello di Cappelle dei Marsi, con un pizzico di ironia, è Roberto Cipollone.
“Che succede? Accade che negli ultimi mesi sono cresciuti esponenzialmente i casi di malfunzionamento del passaggio a livello prossimo alla stazione di “Cappelle-Magliano”, con un’attesa media sensibilmente aumentata, episodi di chiusura superiori a venticinque minuti e conseguenti rischi per la sicurezza e la salute delle persone, che non hanno alternative “vere” per raggiungere ad esempio i centri di pronto soccorso o per fronte ad emergenze diverse”. Ha continuato Cipollone.
“La stradina interpoderale che fiancheggia la ferrovia è infatti percorribile solo con mezzi adatti, e i passaggi alternativi attraverso Capistrello o Scurcola richiedono tempi equivalenti a quelli dell’attesa.
C’è da dire che in molti casi, nelle ultime settimane, anche dopo un’attesa prolungata il passaggio a livello non si è riaperto in seguito al passaggio del treno in transito ed è stato necessario contattare telefonicamente il servizio assistenza e richiedere un’apertura a comando. In altri casi, dopo un’attesa molto prolungata, il treno in transito è passato a velocità ridottissima, con passaggio a livello chiuso, e l’attesa si è conseguentemente prolungata. In altri casi ancora – rari, per fortuna – il treno in transito è passato a velocità ridottissima e con il passaggio a livello aperto.
Tutti segnali di un malfunzionamento che è diventato pressoché sistematico nelle ultime settimane, con conseguenze immaginabili non solo sulla fruibilità stradale e sulla quotidianità delle persone presenti, in particolare, a Cese e Corcumello, ma anche sulla preoccupazione di queste rispetto ad eventuali emergenze alle quali si spera di non dover mai fare fronte.
La persistenza di questo disservizio ha dunque oramai aperto una questione-sicurezza, andando a stridere con gli altisonanti obiettivi esplicitati da RFI, che dichiara di portare avanti “sulle linee esistenti un imponente programma di realizzazione di opere sostitutive, cavalcavia o sottovia, cui affianca nell’immediato interventi di mitigazione tecnologica dei possibili rischi legati all’attraversamento dei passaggi a livello”.
Evidentemente, tra i rischi vagliati da RFI non rientra quello di rimanere bloccati per quasi trenta minuti in attesa di una riapertura che molto spesso deve essere espressamente richiesta all’assistenza. Non ci resta che piangere, quindi? Al di là della provocazione, resta la possibilità di inviare segnalazioni e reclami attraverso il servizio dedicato di RFI (https://www.rfi.it/it/misc/Segnalazioni-e-reclami.html), come già fatto da diverse persone, con risultati che, tuttavia, ad oggi non sembrano visibili. Si spera che questa ulteriore segnalazione aiuti nello scopo, in nome di una dignità che non può essere ferma al medioevo”.
(Foto generata con AI)