Avezzano. Una serata dal sapore antico, in un luogo dove la storia respira ancora tra le pietre. Ieri, nell’incantevole cornice dell’anfiteatro romano di Alba Fucens, è andata in scena Odissea, la nuova produzione Teatro Lanciavicchio e Teatro Stabile d’Abruzzo, all’interno della rassegna Festiv’Alba. Un pubblico numeroso, che ha sfidato il freddo con entusiasmo, ha premiato lo spettacolo con un lungo e sentito applauso finale.
Lo spettacolo, firmato alla regia da Stefania Evandro e Antonio Silvagni, con testo e drammaturgia curati da Stefania Evandro, ha offerto una riscrittura originale e profonda del capolavoro di Omero, rileggendolo attraverso la lente della narrazione femminile. In scena: Cristina Cartone, Stefania Evandro, Alberto Santucci, Rita Scognamiglio, Giulia Sucapane e Giacomo Vallozza. Le musiche originali, suggestive e avvolgenti, sono di Giuseppe Morgante.
Odissea si presenta come un racconto corale: un gruppo di donne – giovani e anziane, forti e ferite – prende la parola per narrare, incarnare, tramandare. Da Penelope a Circe, da Calipso a Cassandra, ogni figura femminile del poema omerico viene rivelata nella sua essenza più intima e dolente. Non più solo ancelle o trofei, ma protagoniste consapevoli di una storia fatta di attese, partenze, sacrifici e ritorni mancati.
È attraverso queste voci che emerge un Ulisse inedito, fragile, tormentato, diviso tra desiderio e dovere, tra astuzia e debolezza. Ma soprattutto è nel racconto delle donne che il mito si fa umano: il dolore, la perdita, la speranza, la tenacia nel ricucire la vita nonostante tutto. Uno spettacolo che scava con forza nei sentimenti, mettendo in luce l’umanità vulnerabile non solo degli uomini, ma anche degli dèi.
La regia, essenziale e densa di immagini evocative, ha saputo restituire il senso arcaico e insieme modernissimo del poema, dando spazio a una riflessione profonda sulla condizione femminile, sul potere della parola, sul filo sottile che unisce passato e presente.