Avezzano. L’Inps invia centinaia di lettere alle imprese agricole della provincia dell’Aquila, in particolare nella Marsica, contestando presunte irregolarità nei versamenti dei contributi dei dipendenti, Confagricoltura contesta i dati e centra il bersaglio: l’Istituto nazionale previdenza sociale “riconosce” l’errore e fa marcia indietro. Rientra, quindi, l’allarme tra gli agricoltori che, a seguito di una verifica delle retribuzioni imponibili della direzione provinciale, erano stati raggiunti dalle notifiche di contestazione dell’Istituto che ponevano l’accento su una presunta differenza di retribuzione per la manodopera impiegata a tempo determinato nell’anno 2007. Numeri contestati da Confagricoltura che ha messo in campo i tecnici per le verifiche e rilanciato la palla all’Inps. “A seguito di puntuali controlli sulle singole posizioni”, ha scritto il Presidente Fabrizio Lobene, “la nostra Organizzazione ha evidenziato che tale differenza è scaturita da un probabile errore di imputazione da parte dell’Inps di un elemento di raffronto, la retribuzione media provinciale, non applicabile per questi conteggi. Considerato che, nella notifica, l’Istituto ha concesso trenta giorni di tempo per presentare documenti utili per l’emissione del provvedimento finale, riteniamo che, nel caso sia confermata la nostra ipotesi, sia del tutto inutile che centinaia di aziende agricole intasino gli uffici con richieste di accesso agli atti e produzione di documenti. Per questo riteniamo indispensabile che la direzione provinciale, nei modi che riterrà opportuni, informi tempestivamente le aziende sull’accaduto anche per tranquillizzarle sul non luogo a procedere per la fattispecie contestata”. L’intervento di Confagricoltura centra l’obiettivo. L’Inps, in una nota di risposta, riconosce l’errore. “Da accertamenti eseguiti sulle retribuzioni contrattuali inserite nelle procedure di confronto”, replica la Direzione provinciale, “è emersa la necessità di procedere alla correzione di alcune imprecisioni, con riferimento ai dati presenti nei contratti provinciali in vigore. Pertanto, le aziende dovranno considerare le comunicazioni ricevute prive di effetto in relazione alle differenze retributive contestate. Le retribuzioni imponibili dichiarate saranno comunque confrontate con le retribuzioni contrattuali così rettificate, mediante nuovo avvio della procedura, cui potrebbero seguire nuove comunicazioni. “Centinaia di imprenditori”, sottolinea Lobene, “possono tirare un sospiro di sollievo”.