Capistrello. Ancora una denuncia pubblica, ancora dolore e rabbia per un gesto crudele che si ripete da troppo tempo. A lanciare l’allarme, questa volta, è la padrona della piccola Mia, una gattina di neanche un anno trovata morta in via Roma a Capistrello, dopo essere stata avvelenata con un boccone killer.
Il post, carico di indignazione e tristezza, è subito rimbalzato sui social, suscitando lo sdegno di tantissimi cittadini. “Vergogna – si legge nella denuncia – perché i veri aninali siete voi, chiunque sia stato a compiere questo atto malvagio e orrendo”.
Il caso di Mia non è isolato. A Capistrello, da tempo, si moltiplicano le segnalazioni di avvelenamenti: gatti di proprietà, animali randagi, bocconi sospetti trovati nelle aiuole, lungo i marciapiedi o vicino alle abitazioni. Una scia di crudeltà che ha già provocato dolore in numerose famiglie.
Eppure la legge parla chiaro. L’utilizzo di esche e bocconi avvelenati con l’intento di uccidere animali costituisce reato penale. La Legge 189 del 20 luglio 2004 tutela gli animali e prevede pene severe per chi li maltratta o li sopprime volontariamente. Un esempio? L’articolo 544 recita: “Reclusione fino a 1 anno per uccisione o danneggiamento di animali altrui”.
La proprietaria di Mia ha messo in allarme tutti i proprietari dei gatti affinché quanto accaduto a lei non accada ad altre famiglie.