Avezzano. Salari a rischio e futuro incerto. È l’ennesima emergenza occupazionale e sociale che investe il territorio marsicano, colpendo duramente circa venti lavoratrici e lavoratori dei supermercati Emmepiù e Iper la Spesa di Avezzano e Cappelle dei Marsi.
Da mesi, gli stipendi non vengono corrisposti e l’angoscia cresce tra chi, con quei soldi, deve mandare avanti la propria famiglia. A nulla sono valsi, finora, gli incontri e le rassicurazioni fornite da Lvl Supermercati, la società subentrata a dicembre nella gestione dei due punti vendita, che aveva presentato un progetto imprenditoriale giudicato inizialmente solido.
“Oggi ci troviamo di fronte a una situazione intollerabile – denuncia Andrea Frasca, segretario della Filcams Cgil L’Aquila –. I lavoratori non percepiscono lo stipendio da mesi, e l’unica certezza che hanno è quella di dover affrontare quotidianamente le spese senza alcuna entrata. È una situazione drammatica che mina alla base la dignità di chi lavora”.
Nonostante l’attivazione di un tavolo nazionale per discutere l’eventuale ricorso agli ammortizzatori sociali, le organizzazioni sindacali non si dichiarano soddisfatte e chiedono garanzie concrete e immediate. Il gruppo Lvl, che gestisce in tutto sette punti vendita ex Maiorana tra Lazio e Abruzzo, mostra preoccupanti segni di fragilità economica.
“Non è pensabile che si possa giocare con la vita delle persone in questo modo – incalza Alessandra Salustri, segretaria della Fisascat Cisl Abruzzo Molise –. Chiediamo con forza che vengano erogati subito gli stipendi arretrati e che si apra un confronto serio e trasparente sul futuro dei punti vendita. Le lavoratrici e i lavoratori hanno diritto a risposte, non a promesse disattese”.
Nel frattempo, Filcams Cgil e Fisascat Cisl hanno già proclamato giornate di sciopero e non escludono ulteriori azioni di protesta, anche visibili a livello pubblico, se la situazione non dovesse sbloccarsi in tempi rapidi.
“Serve un intervento immediato – conclude Frasca –. Il diritto al lavoro e alla retribuzione non può essere messo in discussione. I lavoratori stanno affrontando una Pasqua senza salario e senza prospettive: è un’ingiustizia sociale che non possiamo tollerare”.
La vertenza resta aperta, e con essa la tensione. In gioco non ci sono solo i numeri di una crisi aziendale, ma la tenuta economica e psicologica di intere famiglie che, ad oggi, si sentono lasciate sole.