La caldaia è il cuore dell’impianto di riscaldamento domestico e, per garantire costantemente comfort e sicurezza in casa, occorre non trascurarne mai la manutenzione. Le revisioni periodiche aiutano a prevenire guasti, contenere i consumi e ridurre l’inquinamento.
Ma ogni quanto tempo bisogna fare il controllo caldaia? E a chi spetta questa responsabilità? Scopriamolo insieme.
Perché conviene affidarsi a un servizio di controllo caldaia?
Un buon programma di manutenzione richiede competenze specifiche e attrezzature idonee.
Affidarsi a un servizio di controllo caldaia esperto vuol dire avere la certezza di un intervento professionale, in grado di verificare lo stato dei componenti e di individuare eventuali anomalie. In questo modo, si evitano sprechi di gas, cali di efficienza e rischi per la salute.
Per di più, rispettando le scadenze previste dalla legge, si scongiurano le conseguenti sanzioni pecuniarie, che possono arrivare a diverse centinaia di euro.
Ogni quanto tempo va fatta la manutenzione
La legge non stabilisce un intervallo fisso per la manutenzione ordinaria (si parla principalmente di pulizia e verifica generale dell’apparecchio), ma fa riferimento alle indicazioni del costruttore e ai dati riportati nel libretto di istruzioni.
Di solito, è consigliabile effettuare il controllo della caldaia ogni due anni, soprattutto se l’apparecchio è stato installato da diversi anni o viene usato intensamente.
Entrando più nel dettaglio, andrebbe effettuato un check annuale del bruciatore e dello scambiatore, per eliminare residui e incrostazioni, e andrebbe effettuata una verifica generale del funzionamento dell’impianto, dall’accensione allo spegnimento, passando per le regolazioni di sicurezza.
Inoltre, a seconda del tipo di combustibile e della potenza, il tecnico potrebbe consigliare controlli più frequenti per assicurarsi che la caldaia operi al meglio.
Controllo dei fumi e bollino: come funziona
Oltre alla manutenzione ordinaria, la legge prevede il controllo caldaia legato all’efficienza energetica, comunemente chiamato “analisi dei fumi”. Questo check serve a verificare:
- La combustione del gas e il livello di ossido di carbonio prodotto;
- Il rendimento dell’apparecchio e le emissioni in atmosfera.
Le scadenze dipendono dal tipo di impianto e di combustibile:
- 1 volta all’anno per caldaie oltre i 100 kW a combustibile solido o liquido;
- Ogni 2 anni per impianti a gas metano o GPL con potenza superiore a 100 kW e per impianti tra 10 e 100 kW alimentati a combustibili liquidi o solidi;
- Ogni 4 anni per potenze inferiori ai 100 kW alimentate a metano o GPL.
Al termine del controllo fumi viene rilasciato il bollino blu o verde, un attestato che conferma l’esito positivo delle verifiche. I responsabili (solitamente Comuni o Province) potrebbero effettuare ispezioni per controllare la regolarità di queste operazioni.
A chi spetta la manutenzione
La responsabilità per la manutenzione ricade su chi utilizza la caldaia, anche se non ne è il proprietario.
Questo significa che nel caso di una casa in affitto, sono gli inquilini a doversi occupare del mantenimento ordinario, come i controlli annuali e l’analisi dei fumi, inclusi i costi di intervento.
Ai proprietari, invece, spetta la gestione delle spese straordinarie, come ad esempio la sostituzione dell’intero impianto o gli adeguamenti alle normative.