Avezzano. “Manca la materia prima, l’acqua, per il progetto di irrigazione di parte del Fucino da 50 milioni di euro ma la Regione va avanti lo stesso tra numerose e gravi irregolarità e sotterfugi che punteggiano il procedimento.” Queste le parole della Segreteria Operativa Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua. Prosegue:
“Domani al Comitato V.I.A. viene discusso il progetto ARAP sull’irrigazione di parte del Fucino nonostante i funzionari regionali avessero l’obbligo di archiviare il procedimento a causa dei ritardi nelle integrazioni progettuali da parte del proponente. Dal 2017 la norma è chiarissima e inequivocabile nel definire i termini del procedimento come “perentori” ma i dirigenti della Regione hanno incredibilmente fatto riferimento alle norme precedenti notoriamente non più in vigore accettando integrazioni progettualità arrivate ben quattro mesi fuori tempo massimo.
Poi, non contenti, a Febbraio 2025 hanno evitato di pubblicare l’avviso per il pubblico del deposito delle integrazioni progettuali nell’home-page del sito della V.I.A., inserendolo invece in mezzo a decine di documenti del singolo procedimento, di fatto rendendo impossibile presentare osservazioni. Per caso i cittadini devono controllare quotidianamente decine di singoli progetti in VIA per scoprire se sono state avviate integrazioni? Non a caso il ministero per i procedimenti di VIA nazionali pubblica gli avvisi delle integrazioni direttamente in home-page.
Veniamo ai contenuti delle integrazioni.
Intanto si ammettono – solo dopo che era stata la SOA nelle sue osservazioni nella prima fase progettuale a chiedere lumi – fatti gravissimi circa l’esistenza di pozzi privi di concessione (!) coinvolti nel progetto.
Nei documenti si legge infatti, testualmente, “non sono presenti le concessioni di derivazione per il Campo pozzi Venere; Pozzo, Sorgente pozzi Boccione; Pozzo, Strada n.17; Pozzo Giovenco (San Benedetto dei Marsi); Pozzo, Strada n.27; Pozzo, Strada n.39; Pozzo, Strada n.40.”
Poi i progettisti sostengono di avere a disposizione per il progetto 475 litri al secondo da prelevare alle sorgenti Restina e Boccione e 340 litri al secondo dal Fiume Giovenco a Pescina.
Ora, basta prendere i dati reali dei monitoraggi svolti dallo stesso proponente, per verificare agevolmente che l’acqua nei mesi di maggiore richiesta degli agricoltori semplicemente non c’è!
A mero titolo di esempio, nel mese di giugno 2024 l’acqua disponibile effettivamente era la seguente:
-Sorgenti: 263,79 l/s (-45% rispetto alla disponibilità dichiarata)
-Giovenco: 55,85 l/s (-84%)
L’1 di agosto 2024:
-Sorgenti: 182,46 l/s (-62%)
-Giovenco: 1,68 l/s (-99,9%)
L’8 agosto 2024:
Sorgenti: 82,00 l/s (-83%).
Quindi rispetto alla disponibilità attesa su cui è stata costruita la proposta progettuale multimilionaria sono disponibili quote % ridicole, a volte praticamente nulle. Intendono, quindi, basare un progetto irriguo da decine di milioni di euro su dell’acqua “fantasma”, esponendo gli stessi agricoltori a investimenti che rischiano di essere improduttivi.
Inoltre il progetto deve essere sostenibile nel lungo periodo, anche per gli impatti sull’uso potabile dell’acqua.
Sul punto fa cadere le braccia la risposta dei progettisti ad una delle richieste di integrazioni: “Ulteriori valutazioni in termini di sostenibilità degli emungimenti e prelievi di lungo periodo previsti nel Progetto, potranno essere formulate solo a seguito dell’acquisizione di dati di dettaglio, ad oggi non noti, circa il bilancio idrico della Piana in merito alle condizioni di sfruttamento in termini idropotabili ed industriali. E’ necessario quindi confrontare tale regime di sfruttamento con un bilancio idrico di dettaglio della piana, con attenzione agli effetti di lungo periodo, la cui formulazione in termini di tempistiche di sviluppo dello studio, non sono compatibili con le esigenze irrigue del Consorzio.”
Quindi, nel dubbio capta lo stesso e poi si vede… Per il Forum H2O è indispensabile intanto il calcolo del bilancio idrico generale della Piana del Fucino e soprattutto puntare su colture meno idro-esigenti, con sistemi di distribuzione all’avanguardia (solo in parte previsti dal progetto). Purtroppo, rispetto a una delle opzioni che era stata pure prospettata dal Consiglio Regionale, recentissime ricerche scientifiche pongono gravissimi dubbi sull’uso delle acque di depurazione a causa della potenziale dispersione sui terreni di patogeni e microplastiche che passano indenni il ciclo di depurazione. Un progetto del genere deve essere assolutamente sostenibile per decenni, in considerazione del peggioramento degli impatti della crisi climatica sulla disponibilità idrica.”