Avezzano. Sarà il Tribunale di Avezzano a giudicare il medico chirurgo marsicano e assessore regionale abruzzese al Bilancio e al Personale Mario Quaglieri, di FdI, ex sindaco di Trasacco e recordman di preferenze, quasi 12mila,
alle regionali del marzo scorso, accusato di peculato, del sindaco di Trasacco, Cesidio Lobene, fedelissimo dell’assessore regionale, e del funzionario comunale Riccardo Tomassetti imputati di falso ideologico e depistaggio.
Il Tribunale dell’Aquila, collegio costituito da Giuseppe Romano Gargarella, Monica Croci e Angelo Caporale, stamani nella prima udienza del processo, ha infatti accolto, dopo una breve camera di consiglio, l’eccezione di incompetenza territoriale avanzata dai legali degli imputati, gli avvocati del Foro di Avezzano Carlo Polce, Antonio Milo, Mario Flamini e Franco Colucci. Nessuno degli imputati era presente in aula. I legali hanno ribadito, nel corso dell’udienza tenuta nell’aula intitolata al compianto avvocato Attilio Cecchini, che tutti gli atti
istruttori erano stati fatti a Trasacco per cui non vi era ragione di fare il processo all’Aquila, come invece deciso dal Gup, Marco Billi, in occasione del giudizio immediato. Di diverso avviso il pm Silvia Scamurra, sostituta di Marco Maria Callini, (ora al Tar di Palermo), che si è opposta a questa tesi difensiva. Le motivazioni della sentenza saranno depositate il 10 gennaio 2025. “Eravamo convinti della incompetenza del tribunale dell’Aquila”, hanno commentato i legali a fine udienza, “gli atti che secondo la Procura erano asseritamente falsi e funzionali al depistaggio sono stati fatti tutti a Trasacco, le sommarie informazioni testimoniali erano state rese a Trasacco per cui non vi era ragione per far trattare il processo all’Aquila, ferma restando la massima fiducia nel Tribunale aquilano ma il giudice naturale è quello di Avezzano. Affronteremo il processo ad Avezzano con la stessa
tranquillità con la quale lo avremmo tenuto all’Aquila”.
Il processo nasce da un filone di inchiesta parallelo al principale, ancora nella fase delle indagini preliminari, legato ad un presunto conflitto di interessi tra la professione di medico e di amministratore portata avanti contestualmente da parte di Quaglieri, fin dalla prima elezione alla Regione nel 2019 con l’assessore e medico
indagato per falso e abuso d’ufficio: insieme a lui è finita sotto inchiesta, per il solo abuso d’ufficio, l’imprenditrice
Lucia Di Lorenzo, proprietaria della clinica privata Di Lorenzo di Avezzano, nella quale Quaglieri lavora da anni con un contratto a prestazione. Il blitz era scattato il 19 giugno scorso facendo diventare la
inchiesta un caso politico in seno al centrodestra e in particolare tra i meloniani, non tutti schierati con il medico
chirurgo ed assessore in una regione ritenuta roccaforte di FdI perché con le vittorie del sindaco, Pierluigi Biondi all’Aquila, nel 2017 primo sindaco meloniano di un capoluogo di regione, e di Marco Marsilio, nel 2019 primo governatore, è iniziata l’ascesa trionfale del partito in Abruzzo, dove entrambi sono stati riconfermati, e a livello nazionale con la vittoria delle elezioni politiche nel settembre del 2022 e il suo leader, Giorgia Meloni, diventata premier dopo essere stata eletta deputato nel collegio L’Aquila-Teramo.