Avezzano. Lucia Di Lorenzo, amministratore unico della Casa di Cura privata Di Lorenzo, scrive una lettera aperta a Ferdinando Romano, direttore generale della As1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila.
“Egr. Prof. Ferdinando Romano,
quasi un anno fa dopo il nostro ultimo cordiale incontro, ci siamo lasciati con una stretta di mano e tanti propositi di collaborazione, da quel momento è stato impossibile interloquire direttamente con Lei e quindi tento la strada della lettera aperta che sono certa possa raggiungerla. Ho la certezza che entrambe, ognuno nel suo ruolo, lavoriamo per garantire un’assistenza sanitaria completa, appropriata e tempestiva ai cittadini di questa Regione e che quindi il primo obiettivo è collaborare per realizzare una politica che sappia coniugare il contenimento dei costi con la necessità di offrire un’assistenza di qualità. Indubbiamente nella naturale dialettica delle nostre posizioni possiamo non essere d’accordo su quali siano i mezzi per raggiungere questi obiettivi, ma di certo li condividiamo e siamo disponibili al confronto per migliorarci.
Esattamente in quest’ottica la Casa di Cura Di Lorenzo che amministro, ha investito nell’ultimo biennio ingenti risorse per garantire un’assistenza di alta specialità volta al recupero della mobilità passiva poiché, con questo obiettivo, che fino a qualche mese fa condividevamo, potevamo coniugare costi e qualità delle prestazioni.
In virtù del contratto che ci è stato proposto stavamo lavorando su questa direttiva e alla fine del 2024 avremmo non solo interamente ripagato quanto anticipato a titolo di budget aggiuntivo (che quindi non costituisce un costo ma solo un’anticipazione) ma anche recuperato ulteriore mobilità passiva, con un doppio vantaggio: miglioramento del saldo di mobilità della ASL e assistenza ai pazienti. Bloccare le nostre prestazioni oggi significa realizzare esattamente l’opposto e vorrei quindi capire il motivo per cui stiamo negando la possibilità per i cittadini abruzzesi di avere un’assistenza tempestiva e di qualità.
L’unico vantaggio vero che gli accreditati hanno rispetto all’ospedale è la rapidità di riorganizzazione, quindi ci stiamo riorganizzando per minimizzare il danno per noi, per i nostri dipendenti e per i pazienti, ma comunque un danno ci sarà. Alla stessa velocità possiamo però riorganizzarci per realizzare quanto concordato a inizio anno garantendo tutte le prestazioni programmate. Io sono qui con la mano tesa per riprendere quella stretta di mano e lavorare per il nostro territorio al quale, ne sono certa, tiene quanto me!”.