Avezzano. “All’esito dell’incontro avvenuto il giorno 11 luglio con i componenti della Commissione di Vigilanza regionale e su convocazione della stessa, questo Comitato esprime il proprio apprezzamento nei confronti dell’Assessorato regionale alla Sanità per il manifestato impegno a valorizzare, in particolare, le Strutture sanitarie impegnate nell’assistenza a persone particolarmente fragili, condividendo inoltre l’interesse a valorizzare gli operatori sanitari che da anni si prodigano professionalmente a sostegno della fragilità in qualità di dipendenti di Società Cooperative appaltatrici dei servizi di assistenza.
Ma questo non consente tuttavia di condividere le opzioni procedimentali poste in essere dalla Asl 1 Abruzzo, in quanto contravvengono a precise disposizioni di legge: disposizioni che se da un lato stabiliscono modalità e limiti di salvaguardia delle posizioni degli operatori delle Cooperative che attualmente gestiscono in regime di appalto le relative funzioni, dall’altro esigono il rispetto delle migliaia di cittadini che hanno titolo di essere assunti nei modi stabiliti dalla legge (concorso pubblico, mobilità, utilizzazione di graduatorie concorsuali attive e/o altre modalità consentite).
Si fa, in particolare, riferimento alla deliberazione n. 2173/23 – adottata solo qualche mese prima della tornata elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale d’Abruzzo – con cui la ASL 1 Abruzzo di Avezzano Sulmona L’Aquila ha indetto (senza che se ne abbia riscontro nel DPR 27/03/2001 n. 220, che disciplina i concorsi pubblici del personale del Comparto sanitario) “concorsi pubblici riservati” ai soli dipendenti delle suddette Cooperative.
In tale delibera questo Comitato ha colto molteplici elementi non solo di difformità ma finanche di vero e proprio contrasto, oltre che con disposizioni di legge, con lo stesso Piano Triennale del Fabbisogno del Personale all’epoca vigente (2023-2025), posto dalla stessa ASL a fondamento delle sue determinazioni.
Peraltro, l’espletamento di questo anomalo concorso pubblico “riservato” (un concorso o è pubblico, con conseguente ammissibilità di tutti i cittadini in possesso dei requisiti di legge, oppure è “riservato” e dunque, per antonomasia, “non pubblico”) non consentirebbe di concludere, come vuole la legge, quel processo di internalizzazione delle funzioni finora date in appalto (e tuttora svolte da ditte esterne in regime di infinita prorogatio, nonostante la scadenza dei relativi contratti) in quanto il personale che sarebbe assunto alle dipendenze della ASL a seguito del “concorso riservato” sarebbe di gran lunga numericamente inferiore (almeno del 50%) a quello necessario per lo svolgimento delle funzioni ora gestite in appalto … a meno che la ASL non decida di ridurre l’assistenza attualmente assicurata a pazienti in condizione di particolare fragilità e, come tali, più bisognosi di assistenza e cure.
Alla luce di considerazioni tecniche-giuridiche che non è possibile approfondire in questa sede, questo Comitato ha pertanto deciso di rimettere all’Autorità Giudiziaria ed alla Corte dei Conti d’Abruzzo, per le valutazioni e le verifiche di competenza, una estesa segnalazione.
In chiusura – anche alla luce delle notizie che provengono dal fronte del disastroso deficit finanziario della Sanità abruzzese – rivolgiamo invito alla Asl 1 Abruzzo a revocare con effetto immediato i concorsi “pubblici riservati” di cui trattasi”. Sono le parole di Antonio Santilli, presidente CO.NA.RA.T.O.S. (Comitato Nazionale di Rappresentanza e Tutela Operatori Sanità).