Celano. Sono cinque i capi d’imputazione dell’inchiesta “Acqua fresca” di cui dovrà rispondere il sindaco di Celano, Settimio Santilli. Tre, quelli ritenuti più gravi, sono caduti: falso in atto pubblico, falso relativo a un verbale di affidamento dei lavori e turbativa d’asta.
Santilli, che ieri ha assistito insieme al suo avvocato Antonio Milo alla sentenza nel tribunale di Avezzano, dovrà rispondere di falsità ideologica, turbata libertà degli incanti e del procedimento, e falso per gli atti relativi ai fondi alla società sportiva e a un premio letterario.
“Le contestazioni più pesanti sono state archiviate definitivamente”, ha spiegato Santilli ai microfoni del Tgr, “ed è la cosa più importante che ci auguravamo un pò tutti. Per cui adesso rimangono in piedi quelle più marginali che affronteremo nelle sedi opportune con molta fiducia nella magistratura”.