L’Aquila. Martedì 30 gennaio, nella sede del Consiglio Regione Abruzzo a L’Aquila, il Coordinamento Associazioni Volontari Abruzzesi Animali e Ambiente (CAVAA), in Audizione Conferenza dei Capigruppo Consiliari, ha esposto il caso della chiusura del Canile Sanitario Marsicano a Sante Marie e la sua delocalizzazione nel capoluogo di provincia.
Insieme alle rappresentanze di tutte le associazioni cinofile abruzzesi e ai cittadini sostenitori, il CAVAA ha espresso le sue forti preoccupazioni in merito alla decisione della Direzione Strategica della ASL sabato 27 gennaio ad Avezzano nella manifestazione “Giù le mani dai MarsiCANI”. “Abbiamo dettagliato la vicenda burocratica che ha portato alla chiusura e delocalizzazione del Canile Sanitario Marsicano – dichiara Nancy Carusi, una referente del CAVAA – ed evidenziato, documenti alla mano, come tale interruzione di pubblico servizio sia un evento produttore di danni economici e ambientali oggettivamente riscontrabili e gravissimi”.
La prima importante conseguenza negativa della chiusura del Canile Sanitario Marsicano ha visto il dimezzamento della capacità di accoglienza dei cani accalappiati per l’intera provincia, che si ricorda essere di 50 posti per canile sanitario, come stabilito dalla legge. Se prima la provincia poteva contare su due canili sanitari veterinari, Sante Marie e L’Aquila, e un totale di 100 posti, oggi, a parità di bisogno, ne rimangono solo 50 per i soggetti accalappiati, per tutto il territorio provinciale. Il risultato è drammatico, poiché il canile sanitario di L’Aquila non può soddisfare lo stesso bisogno prima assolto da due strutture e, dunque, i cani accalappiati adesso restano ospiti nel canile sanitario aquilano solo per la metà del tempo necessario, per poi essere inviati velocemente ai “canili definitivi”, ossia strutture gestite da privati. Tutto ciò si traduce in una disfatta generale.
Il passaggio dei cani dalla strada al sanitario aquilano e da questo al canile definitivo è così rapido che i volontari non riescono a schedare il cane per la sua adottabilità, così come la prassi vaccinale per l’immunizzazione del cagnolino non viene completata nel sanitario. Ciò determina inevitabilmente una ricaduta negativa sulla procedura di adozione degli animali, che possono considerarsi significativamente più complicate da pianificare e determinare. Persino per i cuccioli, generalmente più adottabili, la prassi di adozione è stata resa più complicata dalla chiusura del sanitario marsicano: soggetti giovanissimi appena sottoposti al primo vaccino vengono trasferiti senza immunizzazione nei canili definitivi, dove non è prevista una assistenza sanitaria continuativa, con grave rischio sulla loro salute e sulla sicurezza dell’ ambiente che li accoglie, poiché , non essendo immunizzati ed essendo esposti a rischi di infezione virale e contagi, possono generare ripercussioni epidemiologiche.
Anche le sterilizzazioni di cagne e gatte vaganti sul territorio subiscono una riduzione significativa, dal momento che l’ormai unico servizio sanitario provinciale non potrà garantire gli stessi numeri realizzati dalle due strutture.
Il tutto si traduce in un danno alla comunità ed ai Comuni che, da oggi in poi, riducendosi le adozioni e le sterilizzazioni , vedranno aumentare a dismisura i costi dovuti per le rette dei canili privati e si troveranno ad affrontare, di nuovo, gli effetti collaterali del randagismo per le strade comunali, un problema tenuto sotto controllo e in gran parte risolto proprio dalle associazioni cinofile volontarie.
Durante l’audizione davanti i Capigruppo Consiliari, è stato necessario precisare la differenza tra il servizio sanitario di prima accoglienza del cane accalappiato offerto dal canile sanitario (censire,sterilizzare, curare e mandare in adozione il cane e gatto rinvenuto sul territorio per il suo benessere animale) ed il servizio di mera custodia offerta dal canile rifugio gestito da privati. “Abbiamo presentato, dati e documenti alla mano – afferma Gabriella Miglietta del CAVAA – i risultati ufficiali del risparmio economico prodotto dalle strategie di adozione del volontariato nel Canile Sanitario di Sante Marie, somme che si quantificano, nel quinquennio, su molte decine di milioni di euro di cui i Comuni hanno beneficiato eliminando con le adozioni il transito presso i canili di ultima accoglienza. Da oggi in poi, e anche abbastanza velocemente, i Comuni marsicani dovranno trovare nuove risorse per rispondere alle rette dei canili privati, alle prassi veterinarie di contenimento dei rischi sanitari e, in generale, alla lotta al randagismo, con tutto ciò che comporta, un obbligo per ogni istituzione”. Particolare sostegno è stato mostrato dal consigliere regionale di minoranza Giorgio Fedele, il primo a patrocinare l’audizione consigliare come opportunità di rilievo per l’interesse economico sociale ed ambientale che ha avuto finora il presidio veterinario del Canile Sanitario Marsicano a Sante Marie. Un ringraziamento va, inoltre, a tutti i capigruppo consiglieri regionali che hanno ascoltato con interesse l’audizione del CAVAA, comprendendo la gravità della situazione e l’impellenza di ristabilire il canile sanitario marsicano.
“Rimaniamo fiduciosi che l’audizione possa produrre effetti positivi, tra questi un tavolo di concertazione istituzionale in questa stessa legislatura – conclude Federica D’Addario del CAVAA – come ci ha anticipato il Presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Suspiri, che si è impegnato personalmente a trasmettere la nostra richiesta e a darvi un seguito istituzionale”. “Il CAVAA continuerà ad occuparsi della questione del Canile Sanitario Marsicano a favore della lotta al randagismo e della tutela del benessere animale, non solo nella Marsica bensì in tutta la regione Abruzzo – dichiara la presidente Silvia Cianfrini – divulgando in tutti i tavoli istituzionali le evidenze dei problemi strutturali che il nostro territorio ha a causa della mancanza di una strategia di prevenzione che la norma suggerisce, ma che alcune parti istituzionali ancora non hanno fatto propria”.
#stopalrandagismo.