Avezzano. Sindaci abruzzesi pronti a portare il Governo Monti in Tribunale per salvare i presidi della legalità dei Comuni di Avezzano, Vasto, Lanciano e Sulmona. I 4 primi cittadini affilano le armi per portare fino in fondo la battaglia contro “un’ingiustizia inaccettabile”. Il summit in Municipio ad Avezzano consolida il patto di solidarietà tra i 4 Comuni espropriati dei Tribunali e fissa le linee guida mirate a ottenere il rispetto di un principio ritenuto inderogabile: “le leggi del Parlamento Italiano”, tuonano i sindaci Giovanni Di Pangrazio, Luciano Lapenna, Mario Pupillo ed Enea Di Ianni (vice sindaco di Fabio Federico) “vanno rispettate da tutti, in particolare dal Governo che, in spregio alle indicazioni delle Commissioni giustizia di Camera e Senato, ha adottato un provvedimento assurdo nei confronti di un popolo straziato dal terremoto che rischia di restare solo nella lotta contro la criminalità organizzata sempre più aggressiva. Noi non ci stiamo, attueremo tutte le opzioni possibili per far arrivare quell’atto, fortemente viziato da un eccesso di delega, davanti alla Corte Costituzionale”. I sindaci chiamano in campo anche il presidente della Regione, Gianni Chiodi, “affinché faccia sentire la sua voce e sostenga la battaglia in difesa dei presidi della legalità di 4 territori che rappresentano la metà dell’Abruzzo, una delle Regioni italiane più penalizzate dal riordino con 4 tribunali chiusi su 8”. Modalità e tempi della battaglia per la salvaguardia dei tribunali (che ha ottenuto l’autorevole supporto delle Commissioni giustizia di Camera e Senato e del Consiglio Superiore della Magistratura tutti schierati per il rinvio) saranno decisi, in stretto raccordo con gli ordini degli avvocati e i rappresentanti istituzionali, appena sarà pubblicato il testo integrale con i decreti attuativi. “I margini per cancellare quell’evidente forzatura del Ministro Severino”, concludono i primi cittadini, “che mortifica il ruolo degli eletti del popolo e segue un modello sbagliato, quello delle interpretazioni delle leggi in base ai propri voleri e non al diritto, ci sono”. Il riordino del sistema giudiziario, quindi, si avvia a varcare le aule di giustizia: i sindaci, infatti, sono fermamente intenzionati a difendere i diritti degli abruzzesi per ottenere la corretta applicazione del comma 5 Bis dell’articolo 1 della legge 14 settembre 2011 n. 148 che rinvia i tempi per l’esercizio della delega sulla riorganizzazione degli uffici giudiziari in Regione: “per gli effetti prodotti dal sisma del 6 aprile 2009 sulle sedi dei tribunali di L’Aquila e Chieti il termine di cui al comma 2 relativamente ai soli tribunali delle province di L’Aquila e Chieti, ovvero Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano, è differito di tre anni”. Una legge del Parlamento violata dal Governo.