Avezzano. Si terrà lunedì 30 ottobre il taglio del nastro della rinnovata Piazza San Bartolomeo. “Un’operazione di restyling attesissima – sottolinea il sindaco Giovanni Di Pangrazio – anche per il valore simbolico di un luogo legato alla storia e all’identità della nostra città”.
Le manifestazioni inizieranno alle ore 10 presso il Castello Orsini-Colonna, dove ci sarà il Recital di pianoforte dell’artista Maria Gabriella Castiglione. Poi alle 11, sempre al Castello, si terrà il convegno: L’Avezzano storica ieri e oggi.
Infine, alle 12, tutti in Piazza San Bartolomeo, con il taglio del nastro e l’inaugurazione ufficiale della nuova Piazza.
Chiamata anticamente Piazza del Pantano perché in tempi remoti, in quel luogo c’era uno dei numerosi acquitrini (pantani) di cui la città era ricchissima, si trovava in posizione centrale e la chiesa era sorta su un antico tempio pagano. Era circondata da superbi palazzi, ospitava una splendida collegiata e veniva considerata dagli abitanti come una vera e propria “passerella” serale; non di rado, di fronte all’antico palazzo del Rebecchino, veniva allestito un palco, sul quale si esibiva la banda musicale. Fino al 1914, la collegiata di San Bartolomeo, era l’unica chiesa parrocchiale.
Alle 7,53 della tragica mattina del 1915, un terribile terremoto, la ridusse ad un cumulo di macerie.
Nel 2001 iniziarono i lavori di scavo per riportare alla luce la Chiesa di San Bartolomeo e la piazza antistante, più volte interrotti e poi ripresi nel 2015 per impulso del sindaco Giovanni Di Pangrazio e anche grazie ad un significativo contributo economico del Dott. Gianni Letta.
L’opera portata avanti dall’amministrazione comunale ha voluto rendere definitivamente visitabile la pianta della storica Collegiata attraverso la costruzione di una scalinata che ha permesso il collegamento tra la Piazza e l’area archeologica. Prevista anche l’installazione di sedute in pietra e l’illuminazione con led in corrispondenza dei vecchi pilastri della Collegiata.
“Per tanti anni Piazza San Bartolomeo”, dice Di Pangrazio, “è stata soltanto un luogo capace di osservare richiami storici e identitari che potevano essere intuiti ma non vissuti appieno. Ora, la storia e l’identità di Avezzano tornano protagonisti.”