Avezzano. Facevano entrare la droga nel carcere, probabilmente al fine di spacciarla all’interno, tra i detenuti. È questa la pesante accusa per due marsicani, nei confronti dei quali la procura della Repubblica di Viterbo ha concluso le indagini al fine di richiedere il rinvio a giudizio.
Sotto accusa ci sono zia e nipote: lei, A.M., 50 anni, di Celano e lui, A.T., 40 anni, di Trasacco, con origini romane. I fatti risalgono allo scorso mese di aprile quando la donna era andata a far visita, come di consueto, al nipote che si trovava rinchiuso nel carcere di Viterbo. Una volta entrata nella casa circondariale di Mammagialla aveva atteso il turno per la visita del familiare.
Tra i due c’era stato un colloquio che si era concluso con un veloce saluto. Niente di strano apparentemente. Se non fosse stato però per l’occhio attento di un agente della polizia penitenziaria. Infatti l’addetto alla videosorveglianza aveva notato un movimento sospetto tra i due. Gli era parso come se la donna avesse consegnato qualcosa al detenuto. Un movimento veloce, di appena un istante.
Riguardando il video in slow motion il personale di custodia ha rinforzato i propri sospetti tanto che alla fine del colloquio gli agenti di sorveglianza sono voluti andare a fondo e per tale motivo è scattata una perquisizione del giovane. I controlli hanno infatti avuto esito positivo. Addosso al detenuto, in una tasca della tuta, sono stati rinvenuti 100 grammi di hashish già suddivisi minuziosamente e partizionati in dieci bustine di cellophane da 10 grammi ognuna. La donna, è stata subito bloccata e portata negli uffici della polizia penitenziaria per ulteriori accertamenti.
Dopo le procedure burocratiche è stata denunciata a piede libero per spaccio di sostanze stupefacenti e poi rilasciata. Nei confronti del detenuto, che ha ricevuto la sostanza stupefacente, sono state approfondite le indagini e anche nei suoi confronti è stato aperto un fascicolo per illecita detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio. La celanese è assistita dall’avvocato Mario Del Pretaro mentre il 39enne è difeso dall’avvocato Gianluca Presutti.
Lo spaccio di droga all’interno delle carceri è un fenomeno diffuso in Italia. Secondo i dati del Ministero della Giustizia, nel corso del 2022 sono stati sequestrati nelle carceri italiane oltre 2,5 tonnellate di droga, di cui circa la metà era costituita da marijuana.