Avezzano. Nuova gestione per il nido dell’Orsetto Bernardo. L’amministrazione comunale ha pubblicato un bando per l’affidamento del servizio in scadenza il 21 agosto. Il prezzo base annuo per la locazione in forma sperimentale dell’immobile -con annessa l’area che circonda l’edificio- è di 30mila euro più Iva. Il prossimo anno scolastico segnerà il passaggio al nuovo corso dei servizi rivolti alla prima infanzia. “L’obiettivo primario dell’amministrazione Di Pangrazio”, ha spiegato l’assessore alle politiche sociali Patrizia De Michelis, “è quello di creare una rete di asili certificati per dare risposte più ampie alle esigenze delle famiglie: dalle 32 del passato a quasi un centinaio per il futuro. Per ottenere il “convenzionamento”, infatti, tutti gli Asili nido di Avezzano dovranno essere in possesso dei requisiti stabiliti dalla Regione (struttura, figure professionali, rapporto operatori/bambini, progetto educativo, ecc….).Sul rispetto delle regole vigilerà un esperto del settore, nominato dal Comune, che avrà il compito di monitorare le attività e il gradimento dei genitori. Nel bando sono previste anche norme di salvaguardia degli operatori dell’ex asilo comunale: sarà, infatti, prescelta l’offerta del concorrente che avrà dichiarato di voler impegnare nel nido almeno il 40% delle unità lavorative dell’anno precedente”. Di fatto, quindi, tutti gli asili nidi accreditati della città saranno messi sullo stesso piano e grazie ai finanziamenti Comune e Regione, tramite dei ticket, permetteranno a circa 100 famiglie di usufruire del servizio. Per gli assistenti sociali che negli anni passati hanno gestito il nido dell’Orsetto Bernardo, però, questo nuovo sistema introdotto dall’amministrazione comunale cancella di fatto un servizio pubblico. “Con la pubblicazione del bando di gara, si chiude definitivamente l’attività del Nido Comunale di Avezzano”, hanno spiegato i responsabili del servizio, “le garanzie espresse in questi mesi di attività dall’amministrazione del Sindaco Di Pangrazio, sono state di fatto disattese. È evidente infatti dalla lettura del bando, come la gestione subentrante nella struttura di via Trento, non dovrà affatto distinguersi da ogni altra struttura privata presente sul territorio, che vorrà accreditarsi. È necessario chiarire che l’accreditamento rilasciato dal Comune ai nidi privati, presenti sul territorio, nulla attiene rispetto alla qualificazione di servizio pubblico, ma è anzi un requisito base per la stipula di convenzioni tra Comuni e soggetti privati ovvero per l’ottenimento di voucher a parziale copertura del costo della retta (D.G.R. 393/2012)”. Secondo gli assistenti sociali: “lo spirito di tale provvedimento è, infatti, quello di elevare il livello dei servizi offerti dai nidi privati e non quello di abbassare il livello dei servizi pubblici convenzionati e non, servizi in ogni caso pubblici che hanno come punto di partenza e non di arrivo gli standard richiesti per l’accreditamento. Non si tratta di estendere il servizio pubblico ad un numero maggiore di famiglie: il Comune attuerà una deliberazione regionale (e non un obbiettivo primario della attuale amministrazione) mettendo a disposizione delle famiglie dei voucher, contestualmente sceglie di rinunciare alla erogazione di un servizio nido comunale. Le modalità di aggiudicazione del bando sono espressamente legate alla sola offerta economica che il privato dichiara, non vi sono impegni economici concreti da parte del Comune ed esistono solo orientamenti di principio riguardo gli aspetti educativi e gli obbiettivi sociali. La clausola mirante a favorire la continuità con il precedente servizio è premiante solo in caso di parità: l’eventualità che le offerte economiche si equivalgano però sono pressoché nulle. Circa l’entità economica del servizio, essa è determinata dal Comune stesso il quale, ritenendo non conveniente la gestione diretta, affida tramite bando di gara pubblica il servizio a terzi, i quali rispondono con un’offerta migliorativa rispetto ai costi e agli standard richiesti nel bando stesso. Se la spesa di gestione del nido appare all’attuale giunta incongrua, sarebbe stato sufficiente riformulare un nuovo bando di gara per l’affidamento del servizio (e non per l’affitto dell’immobile!) secondo criteri economici diversi, in quanto è prossima la scadenza di contratto. D’altronde l’amministrazione stessa ha dichiarato di aver fatto un tentativo di proposta alla cooperativa Zeffiro, ritenendola dunque evidentemente l’opzione da preferire a quella attuale, che deve essere quindi considerato “il piano b”. Va da sé che una cooperativa, essendo in ogni caso interessata al mantenimento del lavoro per soci e dipendenti, non avrebbe certamente rinunciato, se non a fronte di condizioni economiche insostenibili. Il fatto oggettivo è la perdita di un nido comunale di cui le famiglie apprezzano la validità ed il contributo di promozione dei diritti dell’infanzia”.