San Vincenzo Valle Roveto. Gli hanno fratturato la mascella colpendolo due volte, una per parte, con il calcio della pistola. A subire la violenza un ragazzo di 13 anni senegalese pestato dai miliziani libici. Il giovane, dopo una serie di peripezie e rischi è arrivato nella sede dello SPRAR Sai (il sistema nazionale dei richiedenti asilo) di San Vincenzo Valle Roveto, gestito dall’ASP 1-L’Aquila e coordinato dal Filippo D’Orazio.
Qui si sono subito dati da fare per cercare di risolvere la problematica del giovane che nel frattempo aveva compiuto 16 anni. “Quando lo abbiamo accolto”, ricorda Filippo D’Orazio, “non riusciva a mangiare e parlava sbiascicando dato che con il passare del tempo le fratture provocategli alla mandibola si erano anche calcificate male. Il giovane era molto sofferente e ci siamo dati da fare per trovare una soluzione. Per fortuna abbiamo trovato la mano tese dei medici e professionisti dell’ospedale dell’Aquila”. Una storia drammatica seguita anche dal presidente dell’ASP1- L’Aquila Paolo Federico.
“Per quanto uno si possa sforzare, persino a voler comprendere, resta davvero difficile immaginare l’inferno attraversato da questo giovanissimo ragazzo del Senegal”, ha detto Paolo Federico, “la violenza che ha subito è stata un oltraggio alla vita e come istituzioni non potevamo rimanere impassibili e ci siamo subito dati da fare per trovare soluzioni. Per questo, a tre mesi dall’intervento e in fase di guarigione totale, sentiamo come cittadini, amministratori e uomini di esprimere profonda stima e ringraziamento a quanti si sono adoperati per risolvere la problematica dell’ospite dello SPRAR SAI di San Vincenzo Valle Roveto”. Il riferimento è all’intervento chirurgico durato 10 ore, eseguito dall’Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Ospedale “San Salvatore” dell’Aquila, diretta da Filippo Giovannetti. Qui, il giovane senegalese, è stato operato.
L’intervento preparato con uno studio meticoloso per la realizzazione delle protesi al titanio in maniera computerizzata è riuscita e il ragazzo ha fatto un percorso per reimparare ad usare la funzionalità della mandibola. L’intervento, oltre al dott. Giovannetti si è svolto in collaborazione con il dott. Andrea Battisti e il dott. Paolo Priore, chirurghi del team del prof. Valentino Valentini, ordinario di Chirurgia maxillo-facciale presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma.
Al risultato ha concorso anche l’équipe anestesiologica, diretta dal prof. Franco Marinangeli e coordinata dal dott. Francesco Vacca, e quella chirurgica con il dott. Ettore Lupi, il dott. Antonio Oliva e la dott.ssa Flavia Maesa.