Avezzano. Si dimette il tecnico del Comune, Massimo De Santis, dirigente del settimo settore Pianificazione e sviluppo economico del territorio. E’ indagato dalla Procura di Avezzano per la vicenda dei lavori del nuovo municipio. La notizia arriva insieme a quella secondo cui l’ingegner Paolo Santoro, anche lui indagato, avrebbe consegnato alla procura un voluminoso fascicolo di documenti tecnici. Spunterebbero, inoltre, dei documenti amministrativi mai acquisiti dalla polizia giudiziaria e che riguarderebbero dei provvedimenti adottati dalle amministrazioni che si sono susseguite negli anni. Ha presentarlo sarebbero stati i legali dell’ex assessore della giunta Floris, Vincenzo Ridolfi, anche lui iscritto nel registro degli indagati. E’ questo l’ennesimo colpo di scena nella complessa inchiesta sui fondi riguardanti la costruzione del nuovo municipio della città. De Santis, si sarebbe dimesso dal ruolo di responsabile del progetto per l’amministrazione, dell’architetto De Santis. E’ lui, secondo la Procura, che ha firmato nel 2006 la determina dirigenziale con la quale è stato approvato il progetto esecutivo. Il tecnico è stato ascoltato a luglio dal sostituto procuratore Maurizio Maria Cerrato, ma solo come persona informata sui fatti. Le sue risposte sembra non abbiano però convinto il pm che ha formalizzato l’accusa di truffa. Secondo la Procura, infatti, “il dirigente del procedimento unico ha omesso di consegnare nella sua interezza le documentazioni inerenti il contratto di quartiere II, con evidente ostacolo per tutti gli accertamenti». Insomma, secondo il magistrato avrebbe intralciato le indagini con atteggiamento di reticenza. Ora si cerca di capire quale sia per la linea difensiva, la strategia da adottare e a cosa sia dovuta la decisione di dimettersi da parte del dirigente tecnico. Potrebbe essere stata una strategia per alleggerire la sua posizione e scongiurare una eventuale richiesta di rinvio a giudizio. Secondo l’accusa, i costi per la realizzazione del nuovo municipio in via Aldo Moro sfiorano i 10 milioni, il doppio rispetto all’iniziale appalto. L’inchiesta vede coinvolti, oltre all’ingegner Paolo Santoro, anche altri imprenditori tra cui Gianfranco Mascitti e il fratello Goffredo. Un avviso di garanzia è stato consegnato alla Irim srl, la società di dieci imprese che sta realizzando l’opera in via Aldo Moro. Determinante nell’inchiesta è il ruolo dell’ex assessore Ridolfi. L’esponente di Fli, ex Pdl, ha respinto ogni ipotesi di illecito riguardo ai lavori per la realizzazione della nuova struttura pubblica sostenendo di non aver “mai preso soldi e mai ricevuto dei benefici dalla vicenda”. L’ipotesi di reato è di truffa in concorso. I suoi legali, Roberto Verdecchia e Alfredo Iacone, hanno consegnato dei documenti giudicati dalla difesa «molto interessanti» e che potrebbero, sempre secondo i difensori, «dimostrare l’estraneità dell’ex assessore e indicare l’esatto andamento dei fatti all’interno dell’assise civica».