Avezzano E’ suonata ieri mattina la campanella per i tanti ragazzi e giovani marsicani che dopo le vacanze estive sono ritornati ad abitare le aule delle scuole. Il primo giorno di scuola segna la ripresa dell’anno scolastico dopo la sosta estiva. Nelle scuole ritornano non solo gli alunni ma anche i dirigenti, i docenti, e tutti gli operatori scolastici.
“A tutti desidero rivolgere il mio sentito e sincero augurio di un anno carico di soddisfazioni. L’inizio dell’anno è infatti occasione propizia per formulare buoni propositi e sperare che si realizzino”, ha affermato il vescovo dei Marsi, Monsignor Giovanni Massaro.
“Purtroppo in queste ultime settimane ragazzi e giovani sono sempre più al centro di episodi di cronaca nera: prostituzione minorile, violenza, alcol, droga, bullismo, delinquenza e baby gang.
Proprio questa mattina, leggendo i giornali, ho appreso l’ennesimo episodio di aggressione da parte di una gang ai danni di un giovane studente marsicano. La violenza si è consumata fuori dai cancelli di un istituto superiore della Marsica. Un primo giorno di scuola da dimenticare per il 18enne che è tornato a casa scosso e ferito. E purtroppo si tratta di episodi sempre più frequenti che si ripetono dal Nord al Sud del nostro Paese. A tutti sembra di essere messi alle strette dalle continue informazioni dei media che danno risalto alle negatività. Le attuali strategie politiche hanno scelto la via della repressione che è importante ma non sufficiente.
Io continuo a credere nei ragazzi e nei giovani.
Questa estate ho avuto il piacere di accompagnare a Lisbona un gruppo di giovani marsicani per vivere la Giornata Mondiale della Gioventù. Sono rimasto piacevolmente sorpreso nel vedere un milione e mezzo di giovani, provenienti da diversi paesi del mondo, fare festa, urlare, ballare ma anche riflettere, dialogare, interrogarsi, pregare e fare del bene.
I giovani hanno bisogno di adulti che sappiano accompagnarli e aiutarli a crescere.
E’ bene reprimere ma non è sufficiente. E’ necessario prevenire, formare, educare.
I giovani oggi chiedono adulti che diano loro tempo e attenzione, insegnanti capaci di aiutarli a scoprire i loro talenti e le loro passioni. Chiedono maestri di speranza che mostrino una vita percorribile e una mano che li aiuti ad alzarsi tutte le volte che cadono. Chiedono una Chiesa che creda in loro e genitori che mostrino con l’esperienza che esiste una luce alla fine di ogni tunnel. Cercano istituzioni che li aiutino a realizzare il loro sogni.
Io credo nella scuola perché può di certo aiutare a sottrarre i giovani al degrado e alla pigrizia.
Ricordo con piacere i miei anni di insegnamento. Di parecchi alunni rimembro tutto, anche le battute, i gesti di disappunto, il modo di giustificarsi, di confidarsi, di comunicare gioie e dolori. Con alcuni conservo ancora oggi vivi rapporti amichevoli, ma il trascorrere del tempo e la lontananza hanno affievolito quelli con tanti altri. Credo di aver dato a tutti quello che potevo ma sono convinto di aver ricevuto molto di più.
I giovani sono preziosi nella nostra società e nella nostra vita.
Tocca a noi adulti scommettere su di loro.
Voi carissimi ragazzi, abbiate il coraggio di credere in voi stessi. Abbiate fiducia nei vostri insegnanti, genitori ed educatori. Non pensate che l’uso di droga o di alcol possa essere una risposta alla vostra sete di felicità, sappiate dire di no a chi vi induce a utilizzare la violenza o a superare ogni limite pur di provare l’ebbrezza del divertimento. Vi chiedo di non rinunciare mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Studiate, leggete e siate curiosi per costruire un presente e un futuro migliori.
Non mi resta allora che augurare a voi alunni, dirigenti, insegnanti, operatori scolastici e famiglie un buon anno scolastico da vivere e percorrere insieme”.