Avezzano. È stato il primo congresso abruzzese, medico-scientifico, focalizzato sulla vulnerabilità dei bimbi prematuri e sulla fragilità delle famiglie che si trovano ad accudire neonati venuti al mondo prima del tempo. Il Castello Orsini della città di Avezzano, questa mattina, ha ospitato ben 25 relatori di comprovata esperienza e fama, appartenenti tutti all’ambito sanitario della Regione Abruzzo, nella cornice del convegno “Nascere prematuri: dalla vulnerabilità biologica alla solitudine affettiva”, promosso dal Comune e organizzato di concerto con le aziende sanitarie locali delle quattro province abruzzesi e con la scuola d formazione “Sapere Aude”.
“Avezzano è un Comune virtuoso e testimonia oggi una best practice, sotto il profilo della vicinanza e dell’assistenza concreta ai genitori di neonati che hanno aperto gli occhi prima del tempo. Siamo al fianco di Avezzano in questo progetto”. Lo hanno sottolineato questa mattina i due rappresentanti regionali intervenuti, l’assessore Mario Quaglieri, già presidente della commissione sanità in Regione Abruzzo, e il vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Santangelo, rimarcando entrambi il pieno appoggio all’iniziativa. Esattamente il 17 novembre scorso – in concomitanza con la Giornata mondiale della prematurità – il Comune ha stipulato un protocollo d’intesa, unico in Abruzzo, con la Asl numero 1 per il sostegno economico e psicologico delle mamme e dei papà di bimbi nati prematuramente.
Il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, ha salutato la platea composta dai professionisti sanitari del territorio con queste parole: “Il Comune si avvale di un’ampia rete di professionisti per l’aiuto delle fasce più deboli della società; riconoscere un’attenzione particolare alle famiglie che devono lottare, giorno dopo giorno, con una condizione che potrebbe arrecare anche seri danni al neonato, è un chiaro segnale di crescita territoriale. La politica deve esserci e deve saper ascoltare”. L’organizzazione è stata coordinata dalla scuola di alta formazione “Sapere Aude”, provider nazionale ECM, guidata dalla dottoressa Annamaria Di Gianfilippo. L’evento è stato patrocinato dalla Provincia dell’Aquila e dalla Regione Abruzzo. Sul palco, per i saluti, anche la consigliera comunale dell’Aquila Maria Luisa Ianni, che presiede l’Ordine delle Professioni Infermieristiche della Provincia dell’Aquila, la sua vicepresidente Piera Di Lellio e la vicepresidente dell’Ordine degli psicologi della Regione Abruzzo, Maria Rosita Cecilia.
Dall’impatto psicologico della prematurità ai rischi sociali connessi, dall’illustrazione del progetto NIDA in Abruzzo agli interventi di sostegno ai genitori: questi alcuni dei punti messi in luce oggi dagli esperti del mondo sanitario. Il convegno “NASCERE PREMATURI” (valido per l’acquisizione di 7 crediti ECM per tutte le discipline mediche e per le professioni sanitarie e accreditato presso l’Ordine delle psicologhe e degli psicologi della Regione Abruzzo, dall’Ordine delle professioni infermieristiche della Provincia dell’Aquila e dall’Ordine provinciale dei Medici chirurghi e degli odontoiatri) ha “sicuramente lasciato un segno indelebile. Ringrazio – ha detto la consigliera comunale Federica Collalto, che ha seguito dal principio lo sviluppo dell’iniziativa – tutti i professionisti che hanno detto di sì al nostro progetto. Grazie anche al vicesindaco Di Berardino, qui presente, perché con la sua determinazione proverbiale, è riuscito a far inserire l’intervento per le famiglie di bimbi prematuri nel Piano distrettuale sociale, trovando la formula giusta per poterle supportare economicamente.
Ogni giorno, tante mamme e tanti papà viaggiano senza sosta e con la speranza nel cuore verso un reparto di terapia intensiva: sono loro al centro di questo convegno perché sono gli utenti finali, che subiscono in qualche modo il ‘peso’ del peso piuma di una nascita prematura. Le famiglie non devono sentirsi sole e se c’è la volontà, gli obiettivi si raggiungono sempre. Spero infine che anche altri Comuni della Marsica possano adottare il nostro protocollo che è a disposizione”. Tutti gli interventi di oggi hanno testimoniato i passi in avanti della ricerca sul ‘Progetto Viola’ ed evidenziato gli studi e le pubblicazioni che, a livello nazionale, chiariscono quale sia il miglior percorso specialistico da intraprendere e da adottare. “Simili iniziative – hanno concluso gli esperti – costituiscono valore aggiunto per il territorio e aiutano a costruire consapevolezza e cultura nei cittadini. Serve una maggiore collaborazione tra gli attori coinvolti, dal personale sanitario alle istituzioni, con la finalità di garantire sempre servizi altamente specializzati”.